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FROOME, STAGIONE CHIUSA BRUTALMENTE
di CicloZeman
Il Giro del Delfinato 2019 passerà alla storia per il terribile incidente che ha coinvolto Chris Froome. Il campione britannico, mentre si stava riscaldando per la cronometro che doveva costituire un fondamentale test nel suo cammino verso il Tour de France, è andato a sbattere violentemente contro un muro. Terribili i danni riportati: fratture al femore e al gomito destro, ad alcune costole ma soprattutto al collo. Sono state necessarie sei ore sotto i ferri per annullare i danni e iniziare un lungo cammino di riabilitazione che durerà almeno sei mesi. La notizia ha scioccato tutto l’ambiente ciclistico e influirà fortemente sul prosieguo della stagione, soprattutto sugli equilibri del prossimo Tour de France. Sul letto d’ospedale, a riaddolcire un pochino l’animo del britannico, la notizia dell’attribuzione della vittoria alla Vuelta di Spagna 2011 dopo la squalifica dello spagnolo Juan José Cobo per doping.

Anche il Giro del Delfinato è stato influenzato dalla vicenda, perdendo certamente un po’ di fascino. Peccato perché la prova a tappe del World Tour è stata appassionate e ha detto molto in chiave Tour, in primis il successo del danese Jacob Fuglsang (sul podio nella foto della homepage), il campione dell’Astana che dopo una primavera eccezionale nelle classiche ha dimostrato di avere ricaricato le batterie e magari poter recitare un ruolo importante anche alla Grande Boucle. Molto dipenderà dalle scelte tattiche dell’Astana, che finora non ha trovato nel danese quelle doti, soprattutto di resistenza, ideali per un grande Giro, ma il Fuglsang di quest’anno ha decisamente qualcosa in più.

Alle sue spalle sono terminati l’americano Tejay Van Garderen (Education First) a 20” e il tedesco Emanuel Buchmann (Bora Hangrohe) a 21”, corridori che al Tour potranno recitare ruoli da comprimario. Fra coloro che invece puntano al bersaglio grosso vanno segnalati il 9° posto di Nairo Quintana (Movistar) e il 10° di Romain Bardet (AG2R La Mondiale), ma a dir la verità nessuno dei due ha particolarmente impressionato, mentre il belga Wout Van Aert (in azione sotto nella foto) e il francese Julian Alaphilippe (Deceuninck QuickStep) hanno portato a casa vittorie di tappa. In particolare il dominatore della primavera ha confermato nei fatti come al Tour tornerà ad essere un cacciatore di tappe con ulteriore obiettivo la riconquista della maglia a pois di re della montagna, conscio di non avere le caratteristiche, mentali prima ancora che fisiche, per puntare alla classifica.
La settimana ha offerto anche altro, come il nuovo successo del norvegese Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), aggiudicatosi il GP del Cantone d’Argovia, classica del calendario svizzero, davanti al sempre più convincente Andrea Pasqualon (Wanty Gobert). Kristoff piano piano sta collezionando molte classiche in questa stagione ed è tornato ai livelli del titolo europeo vinto due anni fa. Chi ha però impressionato tutti ancora una volta è stato il giovanissimo belga Remco Evenepoel (Deceuninck QuickStep), vincitore del Giro del Belgio a tappe con una facilità disarmante nei confronti di atleti pur affermati come il primatista dell’ora Victor Campenaerts (Lotto Soudal) e Tim Wellens (Lotto Soudal), quasi irritati dalla differenza con un campione che sembra destinato, fra qualche anno, a lasciare agli avversari solamente le briciole come faceva un certo suo connazionale una cinquantina di anni orsono...
Credito foto: cor_vos_per_bianchi_vitesseonline.it
Credito foto homepage: getty_images
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