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DOBBIAMO TRATTENERE CASSANI!
di CicloZeman
50 metri. Sono mancati solo 50 metri perché il Mondiale azzurro si trasformasse in un capolavoro. L’argento ottenuto da Matteo Trentin (sul podio nella foto della homepage) ha un valore enorme, se si pensa che da oltre 10 anni l’Italia mancava il podio nel Mondiale professionisti, ma si sa che in quest’ambito conta solo chi vince e sul gradino più alto del podio c’è salito un danese, Mads Pedersen.
 
Peccato, perché la nazionale di Davide Cassani aveva fatto tutto in maniera perfetta, dimostrando di aver saputo “leggere” la corsa sia nelle settimane di vigilia, quando il grandissimo tecnico romagnolo (tentato dalle sirene della Rcs per il posto Tokyo 2020, sarebbe una perdita ferale per il ciclismo italiano...) aveva saputo costruire una squadra ideale per le caratteristiche del percorso, sia in corso d’opera, facendo i conti con una gara completamente rimodellata, sia nella distanza che nelle condizioni atmosferiche. Poteva sembrare un errore non aver piazzato un uomo nella fuga iniziale che pure comprendeva pezzi da novanta come Quintana, Carapaz e Roglic, invece gli azzurri hanno saputo tenersi coperti fino a quando, a ricongiungimento avvenuto, la corsa è esplosa. Geniale la scelta di lanciare Moscon nella fuga che poi si sarebbe dimostrata decisiva, bravissimo Trentin a seguire VDP quando c’era da rispondere al “fuoco di paglia” di Alaphilippe. All’ultimo giro c’erano quindi due italiani in una fuga a quattro, con gli altri allo sbando, sembrava tutto apparecchiato per il grande urlo, invece...
 
Cassani ha comunque dimostrato di essere il miglior tecnico attuale al mondo, capace di conquistare l’oro a European Games ed Europei e l'argento ai Mondiali. Ora riparte il lavoro proiettato sul 2020, pensando al grande appuntamento olimpico che per il romagnolo è un chiodo fisso sapendo di avere a disposizione un uomo come Nibali ideale per la corsa giapponese, ma anche per il Mondiale che si correrà in Svizzera e che sembra disegnato per passisti-scalatori.
 
Il Mondiale britannico vede l’Italia chiudere al terzo posto nel medagliere e tornare a casa con tante novità che fanno ben sperare per il futuro. Dopo tempo immemore abbiamo di nuovo un campione del mondo Under 23 in Samuele Battistella (sul podio sotto nella foto), abbiamo il nuovo iridato a cronometro junior in Antonio Tiberi capace di un autentico miracolo dopo aver perso oltre 30” per la rottura di un pedale in partenza, abbiamo avuto segnali importanti da Filippo Ganna, bronzo a cronometro, che punta a fare anche meglio a Tokyo 2020, passando magari per un colpo gobbo alla Roubaix e senza dimenticare il suo compito di uomo-guida del quartetto azzurro su pista. Insomma, c’è di che sorridere per il futuro, a condizione che questi e altri ragazzi (ad esempio Covi e Dainese, ma anche Affini contro il tempo) vengano messi in condizione di crescere imparando cos’è il ciclismo professionistico senza essere sviliti in ruoli di solo puro gregariato.
Credito foto: federciclismo.it
Credito foto homepage: federciclismo.it
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