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LA COESISTENZA FRA I CAPITANI FA BENE?
di CicloZeman
Un dato che fa riflettere, guardando i roster delle squadre del World Tour, è la scelta che molte di queste hanno fatto, tra cui alcune delle più accreditate, di non affidarsi a un solo capitano, ma di costruire telai con più punte da schierare anche nella stessa gara. Prendiamo il caso del Team Sky: fino a un paio di stagioni fa tutto girava intorno a Chris Froome, con il solo Kwiatkowski che, quando era libero da compiti di gregariato come al Tour de France, poteva puntare alle classiche ottenendo anche vittorie di grande prestigio. Lo scorso anno è cambiato tutto e per una serie di ragioni: Froome, pur vincendo il Giro d’Italia, non ha mai raggiunto la forma migliore che gli aveva consentito di schiacciare la concorrenza, forse appesantito dal discusso caso legato alla Vuelta 2017 che l’ha portato sull’orlo della squalifica. A questo si aggiunga da una parte la prepotente affermazione di Geraint Thomas (a sx sotto nella foto) al Tour proprio al cospetto di un Froome (a dx sotto nella foto) a mezzo servizio e dall’altra l’ancor più prepotente crescita di Egan Bernal, da tutti ritenuto il campione del futuro.
E ora? I dirigenti del Team Sky, mentre cercano un nuovo sponsor per il prossimo anno per evitare lo smantellamento, hanno scelto di mantenere tutti i galli nel pollaio. Sia Thomas che Froome, dopo aver accarezzato l’idea di essere al Giro, punteranno tutte le loro fiches sul Tour mentre Bernal avrà i galloni di capitano al Giro d’Italia, poi si vedrà… E’ chiaro che i due britannici partiranno per vincere, come gestire allora la loro coesistenza? E’ proprio su quest’aspetto che molti punteranno per sovvertire un pronostico già scritto.

La concorrenza interna non è però patrimonio solamente del Team Sky. Lo scorso anno, ad esempio, la Mitchelton Scott si schierò al via del Giro d’Italia con due capitani, il colombiano Esteban Chaves e un po’ in subordine il britannico Simon Yates. Il sudamericano andò quasi subito in crisi, Yates invece volò verso una maglia rosa che svanì solo nell’ultima settimana quando l’albionico dimostrò di essere ancora un pochino acerbo, ma già qualche mese dopo alla Vuelta di Spagna Yates ha dominato completando così la tripletta britannica nei grandi giri. Chaves da parte sua è ancora alla Mitchelton Scott, pochi si ricordano di lui ma se ritrova la forma migliore è chiaro che reclamerà spazio.

Alla Movistar la concorrenza interna è prassi e forse è proprio la causa principale di una serie interminabile di sconfitte: fra l’iridato Valverde, lo specialista Landa e il più che discontinuo Quintana ogni volta i tecnici evitano di prendere decisioni e alla fine tutti e tre hanno visto sfuggire corse importanti, soprattutto nelle prove a tappe. Ora poi è arrivato Eduard Prades, del quale si dice un gran bene proprio per le corse a tappe. Insomma, ancora una volta i responsabili del team iberico avranno una bella gatta da pelare...

Chi invece ha dimostrato di saper andare d’amore e d’accordo è il Team Jumbo, con l’olandese Steven Kruiswijk (a sx nella foto della homepage) e lo sloveno Primoz Roglic (a dx nella foto della homepage) che hanno dato spettacolo all’ultimo Tour. E’ vero che partivano come outsider, sarà la stessa cosa avendo sulle spalle il peso della corsa, con gli avversari che li guarderanno in maniera ben diversa? Questo è uno dei fattori più interessanti del 2019 appena iniziato, una domanda che troverà le sue risposte solamente nel corso del Tour visto che al Giro è destinato il solo Roglic e il risultato finale dello sloveno avrà un grande peso sulle scelte e sui rapporti di forza all’interno della squadra.

Alla Bahrain Merida la situazione è ben diversa: Vincenzo Nibali è il capo incontrastato e l’intera struttura della squadra, con molti corridori di peso e capacità, è completamente al suo servizio, compresi i nuovi acquisti Damiano Caruso e Rohan Dennis. I rapporti sono chiari, tutti alle dipendenze dello Squalo, per puntare al massimo traguardo e sinceramente, considerando esperienze del passato, sembra davvero la scelta più giusta.
Credito foto: www.facebook.com/TeamSky/
Credito foto homepage: www.cyclingnews.com
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