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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
FARE ACQUA DA TUTTE LE PARTI. Il meteo ballerino è un compagno di viaggio ineludibile per ogni ciclista che si rispetti. Alzi la mano chi non ha mai preso un bel temporalone di quelli con la T maiuscola. Diverso è diventare una sorta di raccogli pioggia a causa di manie e mode più o meno veritiere. Ad esempio c’è chi crede che l’unica maniera di restare all’asciutto sia quella di acquistare su negozi specializzati 
per sub mute da 5 mm in neoprene a prova di Fossa delle Marianne; il guaio è che poi l’acqua entra dalla parte superiore, che ovviamente lasciamo aperta per respirare, e non esce più. Abbiamo avuto ciclisti partiti con un peso complessivo di 70 chili ed arrivati sfiancati con la muta stile boccia pesce rosso di 96 chili. Altro luogo comune è quello di indossare due o tre strati di lana merinos trattata con spray idrofughi e foglie di alloro (non chiedetemi perché ma l’alloro va di moda). Sopra poi ci si mette di tutto, dal mantotex alla Gabba al nanoprene al polipropilene al butan gas (l’acqua evapora con la fiamma) e chi più ne ha più ne metta, il risultato è lo stesso: una volta arrivati si zampilla come una fontana per almeno mezz’ora. Ma allora è veramente possibile non bagnarsi o è più facile...
...FARE UN BUCO NELL’ ACQUA? In verità già succede o è successo. C’è chi racconta che pioveva talmente forte quella volta a...(??!!??) che ci volevano i tergicristalli sugli occhiali. Anzi, la bici camminava sull’acqua come era già successo una volta in Galilea in tempi non sospetti. Oppure altri raccontano che poco prima del diluvio due nuvole avevano messo fuori le mani e aperto la porta davanti alle ruote, poi ci si era svegliati a 100 km di distanza alla foce del Rodano. Ma in realtà la sensazione di entrare
in un canale con la bici non può non essere condivisa sui social: così c’è chi in prossimità di allerta meteo rosse, previsioni di 800 mm all’ora, nubi talmente nere e gonfie che perfino le rane scappano... installa la sua Go pro sul casco, gonfia a 12 bar le gomme, si lega al telaio e indossa un giubbino autogonfiante e va... solo per il gusto di essere “in diretta”, online! Così è il nostro mondo, di certo non siamo così bravi da...
...SCOPRIRE L’ACQUA CALDA. Anzi, noi l’acqua calda la vorremmo! Tutte le volte che arriviamo semi assiderati dopo un diluvio di 4 ore, magari a 1000 o 2000 metri di quota, sentendoci degli eroi per l’impresa compiuta (con una percentuale di ritiri del 90%) e abbiamo sognato per altrettante ore LA MERITATA DOCCIA CALDA mentre non sentiamo più mani e piedi, ecco cosa ci succede: 1) arriviamo e non c’è più nessuno e la porta delle docce è chiusa 2) la porta della doccia è aperta ma non esce più acqua perché la condotta si è spaccata 3) l’acqua esce ma è direttamente a bocca dal Ghiacciaio del Frost.
 
Magari!! Magari potessimo ogni tanto scoprire l’acqua calda...
Credito foto: infosannio.wordpress.com - giuntiscuola.it
Credito foto homepage: Archivio Sport Service
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7