Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
AMSTEL,CHI HA SBAGLIATO E CHI NO
di CicloZeman
E ora? L’ultima settimana ha sancito in via definitiva il salto di qualità di Mathieu Van Der Poel (nella foto della homepage all'arrivo), sconvolgendo gerarchie che per le corse in linea sembravano essersi appena consolidate. Quello che il campione olandese ha fatto all’Amstel Gold Race, la classica di casa dove da anni un tulipano era atteso come vincitore, avrà sicuramente un’influenza sulla sua carriera. Ricordiamoci che stiamo parlando del campione del mondo di ciclocross ma che ha un grandissimo pedigree anche nella Mtb e proprio a tal proposito ci si chiede se lo vedremo ancora sulle ruote grasse o, come sembra più probabile e anche più logico, si concentrerà sul ciclismo su strada dove sta compiendo capolavori in serie.

Impressionante quello che Van Der Poel ha fatto all’Amstel, gara tra le più difficili da interpretare, 258 km costellati da ben 35 strappi, alcuni anche molto impegnativi, eppure si tratta di una prova piuttosto veloce, dove il confronto fra passisti e scalatori è alla pari, ben più che in altre classiche come la Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo la solita iniziale fuga di gruppo, a 43 km dalla conclusione è stato proprio VDP ad accendere la miccia, ma quando il capitano della Corendon Circus si è ritrovato insieme allo spagnolo Gorka Izagirre (Astana) nelle vesti di stopper con il gruppo dei migliori poco lontano, ha scelto di desistere. Una scelta che al momento ha lasciato un po’ interdetti, anche perché sul successivo Kruisberg l’olandese aveva bisogno di rifiatare e quando il suo rivale francese Julian Alaphilippe (Deceuninck QuickStep) ha attaccato, non era nelle condizioni di rispondere.

A 10 km dalla conclusione la situazione vedeva davanti Alaphilippe (sotto nella foto) e il danese Jacob Fulgsang (Astana) (sotto nella foto) esattamente come qualche settimana fa alla Strade Bianche, dietro il polacco Michal Kwiatkowski (Team Sky) e il solito generosissimo Matteo Trentin (Mitchelton Scott), sul quale torneremo più avanti. Van Der Poel era dietro, a ormai un minuto e mezzo e la gara sembrava decisa. Nel finale però, dopo che Fuglsang, sapendo di essere battuto in volata come avvenuto a Siena, provava due volte a staccare Alaphilippe per poi mettersi alla ruota, il francese ha commesso il più clamoroso degli autogol, continuando a pretendere collaborazione quando doveva semplicemente prendere in mano la situazione e tirare avanti sapendo che la vittoria sarebbe stata quasi sicuramente sua. Invece i due hanno iniziato a rallentare e guardarsi, da dietro gli avversari sono rientrati sul rettilineo finale trasformando quello che doveva essere uno sprint a due in uno sprint compatto e Van Der Poel, che aveva ritrovato le energie, ha piazzato la stoccata vincente, restituendo all’Olanda un successo atteso sin dal 2001.
L’errore di Alaphilippe, alla fine addirittura fuori dal podio centrato invece da Fuglsang (terzo dietro anche il bravo australiano Simon Clarke dell’Education First) è stato davvero marchiano, inaspettato per un campione come il francese, che evidentemente deve ancora crescere nell’interpretazione tattica di alcune corse e soprattutto ritrovare l’umiltà che pare aver smarrito dopo il sontuoso inizio stagionale. Dicevamo di Trentin, alla fine decimo (da segnalare anche l’ottima prova di Alessandro De Marchi settimo): il campione d’Europa è stato forse quello che, nelle classiche del 2019 fin qui disputate, ha dimostrato maggiore costanza di rendimento, proponendosi sempre ma restando alla fine con un pugno di mosche in mano. Le capacità ci sono, potrebbe essere un eccezionale cacciatore di classiche considerando anche le sue caratteristiche che lo portano a emergere su una grande quantità di percorsi, forse avrebbe bisogno di un buon consigliere, qualcuno che lo istruisca nell’interpretazione delle corse e su quando sparare le proprie cartucce. Per certi versi ricorda il primo Bettini, tante volte all’attacco ma premiato meno di quanto meritasse, poi però i successi sono arrivati a pioggia, e di quelli pesantissimi. E se fosse Paolino il giusto mentore?
Credito foto: gettyimages_per_cyclingnews.com
Credito foto homepage: cyclingnews.com
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7