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OLANDESI BATTUTE IN CASA
di CicloZeman
L’Amstel Gold Race al femminile ha offerto molti spunti di discussione, la corsa ricca di strappi ha regalato emozioni fino ai suoi ultimi metri, rimbalzando di continuo le protagoniste dal positivo al negativo e viceversa. Dalla parte del meno va posta paradossalmente tutta la porzione olandese del folto gruppo, la più forte qualitativamente ma anche come numeri di partecipazione, in quanto è una vera sorpresa che la gara di casa sia sfuggita al più forte movimento mondiale. L’evoluzione della corsa, pur confermando il predominio arancione, alla fine ha visto le olandesi rimanere con un pugno di mosche in mano, anche se non è tutto da buttare.

Chi può legittimamente festeggiare è la polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon Sram)(all'arrivo nella foto della homepage e sotto in volata a dx) da anni considerata una delle più forti del ciclismo internazionale, lo scorso anno vincitrice del Trofeo Alfredo Binda, ma che in Olanda ha trovato la vittoria più importante della carriera con una fantastica sparata sul Cauberg, a 3 km dalla conclusione che ha fatto esplodere il gruppetto delle superstiti, di fatto spiazzando le olandesi. Marianne Vos (CCC-Liv) ha provato a tenere la sua ruota senza riuscirci, mentre Annemiek Van Vleuten (Mitchelton Scott) (sotto a sx) si è lanciata in un inseguimento a testa bassa rimasto incompiuto per questione di centimetri.
Proprio la Van Vleuten, però, è l’atleta che ha più impressionato in ottica nuove tappe del World Tour, le attesissime Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, un’accoppiata di gare che sembra disegnata apposta per la 37enne campionessa olandese che sta dimostrando di avere una fantastica condizione, tutto starà alla sua lettura della corsa e all’evitare di essere presa alla sprovvista com’è capitato nella prova di casa. D’altronde la vittoria della Niewiadoma non è un frutto episodico, la polacca ha più volte dimostrato di essere fra le più forti in salita e ne due classiche belghe potrebbero ancora esaltarla.

L’Amstel non è stata ingenerosa nei confronti del ciclismo italiano, pur rimasto fuori dal podio. Chi è particolarmente piaciuta è Soraya Paladin (Alé Cipollini), sempre nel vivo della corsa e alla fine migliore azzurra con un ottimo quinto posto. Presa in contropiede è stata Marta Bastianelli (Virtu Cycling), la leader della classifica del World Tour che fino alle fasi finali era sempre rimasta nel vivo e che alla fine ha mostrato di tenere fortemente alla challenge sprintando per l’ottava posizione a 30” dalla vincitrice. Una menzione la merita anche Elisa Longo Borghini (Trek Segafredo) che sullo strappo del Geulhemmerberg a una quarantina di km dalla conclusione ha provato l’azione di forza arrivando ad avere una ventina di secondi sulle più immediate inseguitrici. In quel caso la sua sfortuna è stata non aver trovato altre atlete pronte a seguire la sua iniziativa, che in condivisione poteva anche avere fortuna. Per la medagliata olimpica però le classiche che sono in arrivo sono le più adatte alle sue caratteristiche e la forma mostrata sembra quella giusta per tentare la sorte.
Credito foto: gettyimages_per_cyclingnews.com
Credito foto homepage: justin_setterfield/gettyimages_per_cyclingnews.com
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