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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
PIOVE SUL BAGNATO. Lupo Alberto lo affermava in una sua striscia: “la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo!” In effetti se ci mettessimo con raziocinio a pensare alle volte in cui siamo andati “bene” probabilmente ci convinceremmo che sfortuna e fortuna alla fine si bilanciano... oppure no? Beh, qualche volta in effetti proprio no! Tipo quella Nove Colli a cui sei arrivato dopo un inverno in cui ti sei dissanguato tra preparatori fisici, nutrizionisti, mental trainer, biomeccanici, siti di vendita abusiva di
accessori non UCI limati e ultraleggeri, siti abusivi di petardoni e pastiglioni, mesi passati a consumare copertoni sui rulli, e si potrebbe continuare per ore... e alla fine sei lì, in griglia dalle 4 e 35 con i ghiaccioli sui polpacci, magari visto che è il giorno fortunato piove anche un po’. Danno il via e al primo tombino dall’accelerazione la tua ruota posteriore slitta e ne falci 6 o 7 con te sotto. Ti alzi e riparti sgomitando nella pancia del gruppo ma alla prima rotonda un norvegese ti carica in frenata con una bici che sembra una superpetroliera. Ti rialzi ancora e con uno sforzo immane e il pensiero che oramai il gruppetto è andato ti rassegni a un’altra Nove Colli incolore. Hai proprio...
...L’ASPETTO DI UN CANE BASTONATO E BAGNATO! La pioggia però ha quasi smesso e così metti da parte la tentazione di girare sul medio dopo il Barbotto fatto tutto col padellone dal nervoso che hai dentro. Al ristoro dai un morso all’addetto al rifornimento che ti porge il panino (non è un salamino ma il suo dito...) e riscatti in discesa come un F-16. Ovviamente ai tornantini prima di Sogliano tagli dritto per dritto e ti infraschi come un ninja, niente paura! Nulla, solo due graffi e via ancora più nero. Subito dopo il bivio per fortuna ricomincia a piovere fortissimo e così puoi far valere le tue doti di discesista sul bagnato in cambio di diversi centimetri di 
pelle nel terzo tornante. Non ti accorgi neanche delle salite e ti ritrovi a Pugliano con la prima donna (è quello che pensi tu, ma in verità è un danese hippy e rasta). Ce ne sarebbe abbastanza da...
...LAVARSENE LE MANI,  ma tu non molli, quando si scende nell’arena si tiene duro fino alla fine. Pedali ripensando a tutti i sacrifici fatti per questa corsa che senti come il tuo Campionato del Mondo, il Gorolo lo prendi di petto come Brumotti con la ruota impennata tra gli applausi degli addetti al recupero cadaveri. Nonostante tutto sei lì, nel rettilineo di arrivo e vedi lo striscione e già senti al collo la medaglia, quando Lupo Alberto per l’ennesima volta ti ripresenta, con un corridore tedesco del Medio che si sbraccia per salutare la famiglia e ti tira un cazzotto come alla giostra del saracino: oggi va così... domani però!...
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