Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
TOUR, UNA MAGLIA PER SEI
di CicloZeman
Cinque tappe alla fine con le Alpi come giudice inappellabile. Il Tour de France deve ancora sciogliere i suoi intricati misteri, mai come quest’anno regna l’incertezza su chi vestirà la maglia gialla a Parigi, non tanto sul fatto che ci sono almeno 6 corridori che hanno tutte le carte in regola per vincere essendo racchiusi in poco più di 2 minuti, quanto per il fatto che non c’è padrone al Tour come non accadeva da tanti anni, né come personalità individuale, né soprattutto come squadra. Comunque vada a finire, il Team Ineos ha fatto registrare passi indietro, mostrandosi indebolito probabilmente più sotto l’aspetto psicologico che tecnico: l’assenza di Froome si è fatta sentire, Thomas non è un regista in corsa e senza il suo capitano fatica molto di più a emergere.
 
Chi allora riuscirà a emergere? Tutti hanno pro e contro. Iniziamo dal leader attuale, Julian Alaphilippe (nella foto della homepage). Il francese della Deceuninck QuickStep ha finora stupito tutti, lui che è considerato il numero 1 nelle classiche e sa vincere anche le brevi corse a tappe non aveva mai concluso un grande Giro nei primi 30. Al Tourmalet ha dimostrato di sapersi gestire, tenendo a freno la sua irruenza, ma il giorno dopo ha sofferto come mai, difendendo la maglia a denti stretti. L’incognita della terza settimana è tutta lì, sulle grandi montagne alpine a lui spesso indigeste. Forse non vincerà, ma se saprà restare a galla avrà compiuto un altro passo importante nella sua carriera.
 
Il Team Ineos è l’unico ad avere due frecce al proprio arco, ma è anche vero che nessuna delle due ha convinto appieno. Thomas ha sofferto sul Tourmalet riemergendo il giorno dopo, Bernal si mantiene sempre nelle prime posizioni ma non ha il pugno del K.O., forse ancora troppo intimorito a causa della sua giovane età. Entrambi sono favoriti per il podio.
 
Poi c’è Steven Kruijswijk ha sicuramente un team, la Jumbo Visma, superiore al Tour dello scorso anno e anche alla squadra inviata al Giro a supporto di Roglic, avrebbe però bisogno di un pizzico di coraggio in più, resta sempre lì in attesa degli eventi e questo non favorisce un corridore che comunque avrebbe bisogno di mettere un sigillo alla sua voglia di vincere il Tour.

Voglia che certamente non difetta in Thibaut Pinot: se non avesse perso molto tempo per colpa dei ventagli di Albi, ora parleremmo di un favorito solido per la conquista della vittoria. Il francese ha mostrato grande coraggio, è quello che attacca di più e, pur non avendo una grande squadra, ha nella Groupama FDJ uno splendido luogotenente in David Gaudu, giovane che farà parlare molto di sé. Infine la vera sorpresa, il tedesco Emanuel Buchmann, punta di quella Bora Hansgrohe confermatasi formazione di tutto rispetto, ormai non più Sagan-dipendente, scalatore che proverà sulle Alpi a stupire ancora verso l’ignoto.

Difficile che da dietro possano ancora recuperare: Landa ha un distacco di quasi 5 minuti, anche se sembra sempre lo scalatore più forte del lotto, Fuglsang non ha mai trovato il colpo di pedale della primavera e per lui l’obiettivo realistico sembra più quello della Top 10, magari condito da una vittoria di tappa che però potrebbe arrivare solo con scenari particolari. Lo stesso dicasi per Uran e Porte, corridori che una volta di più hanno confermato di essere sì buoni corridori per le gare a tappe, ma non per i grandi Giri.

E l’Italia? Al di là della caccia alle volate di Viviani e della splendida esperienza accumulata dal giovane Ciccone, la classifica non ci vede protagonisti, ma va detto che il Tour ci restituisce un grande Fabio Aru, mai così da due anni a questa parte. Certo, c’è ancora molto da lavorare, la sua testa è già proiettata verso la Vuelta, ma vederlo vicino ai cacciatori della maglia gialla riempie il cuore e poi il 17° posto alle porte delle Alpi non è da disprezzare, soprattutto perché la sua forma appare in crescita e qualche posizione potrebbe ancora rosicchiarla. Di Nibali non abbiamo parlato, ma al di là di qualche bella uscita come quella sul Col du Souchon, il suo Tour non è mai davvero iniziato.
SIMON YATES: 2 TAPPE IN POCHI GIORNI PER L'INGLESE
Credito foto: bettiniphoto_per_sidi.com
Credito foto homepage: bettiniphoto_per_bianchi_vitesseonline.it
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7