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TOUR DONNE, TUTTO IN UN GIORNO
di CicloZeman
Fino a 10 anni fa, il lavoro degli organizzatori del Tour de France non finiva con la corsa dei professionisti: ad agosto c’era da allestire e seguire la prova delle donne, oltre una settimana di tappe che coinvolgevano tutti i più bei nomi del panorama internazionale. Maria Canins (sopra nella foto) la vinse due volte, Fabiana Luperini realizzò addirittura una tripletta consecutiva come solo le grandissime Longo (FRA) e Van Moorsel (NED) erano riuscite a fare. Poi la Grande Boucle Feminine è scomparsa dal calendario e da qualche anno è stata sostituita da La Course di Tour de France che altro non è se non una delle tante classiche del World Tour, oltretutto offerta in contemporanea con una delle tappe del Tour maschile e che arriva subito dopo la conclusione del Giro Rosa, unica vera corsa a tappe che il calendario femminile offre. Davvero troppo poco per un ciclismo che sta raggiungendo vette di popolarità sconosciute.

La Course si è disputata a Pau, nell’antipasto della cronometro maschile. Una vera classica in linea, con tanta salita e un muro finale, a 300 metri dal traguardo, che avrebbe sancito la vincitrice, scaturita dalle solite lotte fra le big e da contrasti emersi al Giro Rosa che sono ancora lungi dall’arrivare alla loro conclusione. Si è capito quando, dopo la solita fuga iniziale tenuta sempre a bagnomaria e un allungo della polacca Malgorzata Jasinska (Movistar) è partito un attacco che coinvolgeva la nostra Elisa Longo Borghini (Trek) ma anche le grandi rivali olandesi Anna Van Der Breggen (Boels Dolmans) e Annemiek Van Vleuten (Mitchelton Scott), protagoniste di duelli epici in terra italica. Era stata la Van Der Breggen ad avviare la fuga e la Van Vleuten si è subito posta alla sua ruota negandole ogni cambio. Era chiaro che quella fuga non sarebbe arrivata e la Longo Borghini l’ha capito. Il gruppo ha avuto gioco facile nel rientrare, lasciando poi partire un’altra fuga a 5 con l’azzurra Soraya Paladin (Alé Cipollini) e soprattutto l’australiana Amanda Spratt (Mitchelton Scott) che ha deciso di continuare da sola.

L’oceanica stava riuscendo in un colpo clamoroso, in quanto il gruppo non riusciva a mettersi d’accordo su chi dovesse condurre l’inseguimento, così nel giro conclusivo l’australiana è rimasta da sola fino a 2 km dalla conclusione, vedendosi sorpassata a velocità doppia da una tra le più esperte in questo tipo di competizioni, l’olandese Marianne Vos (CCC Liv) (all'arrivo nella foto della homepage) uscita dal Giro (dove aveva vinto tre tappe) in formissima e pronta per andare a caccia prossimamente del titolo europeo. Sul muro finale la Vos aveva un’altra velocità ed è così volata verso la vittoria con 3” sulla sorpresa canadese Leah Kirchmann (Sunweb) e la danese Cecilie Uttrup Ludwig (Bigla). Per Longo Borghini e Paladin rispettivamente un sesto e un ottavo posto che confermano come la condizione ci sia, ma per arrivare al grande risultato spesso serve anche almeno un po’ di fortuna.
Credito foto: facebook.com/Maria-Canins-139251106112348/
Credito foto homepage: getty_images
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