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L'EQUILIBRIO TENUE DELLA TREK SEGAFREDO
di CicloZeman
L’approdo di Vincenzo Nibali alla Trek Segafredo è una delle grandi scommesse ciclistiche del 2019. Il corridore siciliano, che ha portato tutto il suo staff nella nuova squadra, non ha fatto questa scelta a cuor leggero, perché ad essa è legato tutto il suo finale di carriera che nei suoi propositi deve essere ancora ricco di soddisfazioni, a cominciare da un 2020 da costruire in funzione non di un grande Giro come suo costume, ma del sogno della rivincita a Olimpiadi e Mondiali, per cogliere quei frutti che in passato gli sono sfuggiti solo per sfortuna. Per questo Nibali ha già scelto il Giro come suo obiettivo per la prima parte della stagione, passando per le classiche dove la Liegi-Bastogne-Liegi sarà ancora l’evento principale, una classica che sembra ideale per le sue caratteristiche ma dove non è mai riuscito a emergere fino in fondo.

La preparazione dello Squalo passerà obbligatoriamente per il Giro d’Italia, dove puntare alla classifica ma anche gettando uno sguardo al resto della stagione. La squadra sembra d’altronde attrezzata per supportarlo, anche se manca un vero e proprio luogotenente com’era Caruso quest’anno alla Bahrain Merida. D’altronde Nibali si è andato a inserire in un telaio già collaudato, nel quale le presenze di Richie Porte e Bauke Mollema sembrano far parte di una seconda anima del team, scollegata da quella di Nibali. I due saranno probabilmente le punte dello schieramento al Tour, difficile pensare che uno dei due possa anche “sacrificarsi” al Giro mettendo da parte le proprie ambizioni personali, anche se l’olandese ha tutte le caratteristiche per supportare Nibali sulle grandi montagne.

Probabilmente il vero aiutante di Nibali sarà il giovane Giulio Ciccone, chiamato a rivestire un ruolo simile a quello di Egan Bernal al Tour 2018 al servizio di Thomas e Froome, per poi spiccare il volo l’anno successivo. L’abruzzese è in questo momento il migliore, se non l’unico, prospetto italiano per le corse a tappe e la convivenza con Nibali non potrà fargli che bene.

Nibali a parte, la squadra sembra ben attrezzata anche per le classiche, con gente come Skujins, Stuyven e Theuns che potrebbero farsi vedere su tutto l’arco delle prove di primavera per le loro qualità composite. Poi c’è un certo Mads Pedersen, ossia il campione del mondo che se saprà sopportare il peso della maglia dal punto di vista psicologico potrebbe anche sorprendere fra Francia e Belgio. Insomma, considerando anche Matteo Moschetti per le volate, la Trek Segafredo sembra davvero capace di dare battaglia alla Deceuninck Quick-Step e al Team Ineos per tutto l’arco della stagione, sperando che fra tanti campioni regni sempre un equilibrio che, sulla carta, appare estremamente delicato.
Credito foto: getty_images_per_cyclingnews.com
Credito foto homepage: racing.trekbikes.com
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