La morte prematura di Felice Gimondi è sicuramente l’evento emotivo di questo fine mese di agosto. Noi l’abbiamo conosciuto nella sua fase post carriera professionistica, quella da dirigente per intendersi, ma quasi 20 anni di contatti ci permettono di darne un omaggio. Leale, corretto, straordinariamente equilibrato, una persona che non ho mai visto adirarsi e che ogni sua parola, specie se un complimento, sapevano di sincerità. Come suddetto non abbiamo conosciuto l‘uomo corridore, ma quello del suo ultimo terzo di vita, dai 56 anni ai 76 anni è stato un esempio di come si dovrebbe maturare: protagonista (perché era nella sua indole una posizione di leadership), ma conciliante dimostrando che si possono ottenere grandi risultati anche con toni di medio-basso profilo. In sintesi come vorremmo tutti invecchiare. Ciao Felice