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VUELTA, POCHI FAVORITI MA TANTA INCERTEZZA
di CicloZeman
Si preannuncia come quello che, fra i 3 grandi Giri, sarà il più duro e incerto fino alla fine: stiamo parlando della Vuelta a Espana, un lungo happening di 3 settimane che incoronerà il re della gara spagnola lungo un tracciato favorevole sì agli scalatori, ma dove i passisti potrebbero trovare grande spazio. Incerto anche perché sono venuti meno, uno a uno, quasi tutti i protagonisti attesi e annunciati: chi ha messo subito in chiaro di non poter (o voler?) gareggiare come il vincitore del Tour Bernal, chi invece si è tirato indietro proprio in prossimità dell’evento, come il secondo in terra di Francia Thomas e il vincitore del Giro d’Italia Carapaz, messo fuori gioco dalle conseguenze di una caduta in allenamento. Lo stesso dicasi – e con conseguenze ben più gravi – per Domenico Pozzovivo, che era pronto a prendere le redini della Bahrain Merida in assenza di Nibali.

Le tante assenze danno un’occasione d’oro alla Jumbo-Visma, che dopo i terzi posti di Roglic (a sx sotto nella foto con a fianco Roche e Uran) in Italia e Kruijswijk in Francia ha tutto dalla sua parte per fare bottino pieno, sempre se i due troveranno un accordo di collaborazione. La squadra d’altronde ha dimostrato di essere fortissima, con l’indomito Gesink e il fortissimo scalatore Bennett che possono dare manforte nelle tappe più dure. L’Astana dopo la grande delusione di Fuglsang al Tour si affida più che a quest’ultimo a Miguel Angel Lopez sperando che stavolta la fortuna sia dalla sua parte e non come al Giro d’Italia pieno di cadute, la Mitchelton Scott sarà invece priva dei contraddittori britannici Simon e Adam Yates (il primo campione uscente) puntando sul colombiano Esteban Chaves e lo sloveno Luka Mezgec per una presenza nella Top 10. La Movistar, privata di Carapaz, si affida ancora a Nairo Quintana e Alejandro Valverde, che dopo un Tour condotto con molta confusione hanno comunque portato a casa una piazza nei primi 10, ma in terra spagnola questo è un obiettivo quantomeno minimo, visto anche il parco partecipanti, lo stesso dicasi per Rigoberto Uran (EF Education First) se finalmente riuscirà a mostrare un pizzico d’iniziativa.
E’ chiaro che in un panorama così nebuloso ci sarà molto spazio per chi vorrà approfittarne e mettersi in mostra. Uno da tenere sott’occhio sarà il britannico Geoghegan Hart, apparso molto valido nelle prove a tappe brevi e che anche al Giro aveva iniziato bene, salvo poi rimanere vittima di disattenzioni quando si sono sviluppati ventagli. Questa volta il Team Ineos, privo di tutte le sue punte, sarà dalla sua parte, vedremo se saprà dirigerlo con sapienza.

Per il resto, la corsa spagnola vedrà tutte le altre squadre puntare ad animare la corsa senza grandi ambizioni di classifica, salvo forse l’UAE Emirates e Fabio Aru (nella foto della homepage). Il campione sardo viene da un Tour corso in preparazione per la Vuelta ma chiuso al di sopra delle aspettative, anche se senza squilli, quegli squilli che tutti ci auguriamo arrivino proprio dalla Spagna. Sarebbe una boccata d’aria fresca per il ciclismo italiano, tornato forte nelle classiche d’un giorno ma alla ricerca di campioni per le prove più lunghe.
Credito foto: bettini_photo_per_bianchi_vitesseonline.it
Credito foto homepage: federciclismo.it
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