A quel punto, tecnicamente, la volata a ranghi ristretti non vedeva Alaphilippe favorito, ma il francese ha giocato al gatto col topo facendo tesoro dell’esperienza accumulata alla Tirreno-Adriatico, dove pure era stato capace di vincere allo sprint. Per nulla intimorito dall’attacco a 2 km dall’arrivo di Trentin (sul quale torneremo) ha poi impostato la volata in testa e Sagan non è stato capace di rimontarlo, men che meno Valverde, così sul podio alle spalle di Alaphilippe sono finiti due altri corridori che emergono sempre in questo periodo della stagione, il belga Oliver Naesen (AG2R la Mondiale) e il polacco Michal Kwiatkowski (Team Sky). Nibali è stato il primo degli italiani, ottavo e può ritenersi più che soddisfatto, sulla strada che deve portarlo alla forma migliore per la Liegi-Bastogne-Liegi e soprattutto per il Giro d’Italia.
Dicevamo di Trentin: il campione d’Europa ha perso un’occasione più unica che rara. Aveva interpretato il Poggio in maniera egregia, era in un gruppo ristretto dove poteva vincere allo sprint contro gente almeno di pari livello. Invece ha sparato tutte le sue cartucce con un attacco suicida, sperando che dietro si guardassero invece di lanciarsi al suo inseguimento. L’azzurro non ha colto di sorpresa nessuno, ha solo sprecato quelle energie che gli sarebbero servite allo sprint. Un errore tattico madornale, non nuovo per un corridore che avrebbe tutte le carte per collezionare vittorie in serie, ma che spesso spreca grandi opportunità.
Ancora una volta la Sanremo ha respinto le ambizioni di Sagan. Alla vigilia si diceva che il tricampione del mondo non fosse in condizione, invece ha mostrato di essere quello di sempre, candidato a collezionare vittorie nella prima parte della Campagna del Nord, nelle classiche più adatte al suo fisico. Il finale però gli è sempre indigesto, al momento fatidico qualcosa si spegne e non trova il bandolo della matassa. Probabilmente in altre 10 occasioni sarebbero più le vittorie sue che di Alaphilippe, ma così a Sanremo non è stato.
Come esce il ciclismo italiano dalla Classicissima? Non si può dire che i nostri ragazzi non abbiamo provato a mettersi in luce: in 6 nella fuga iniziale, sapendo che non avevano chance ma dove hanno potuto mettersi in luce. Bravi anche Niccolò Bonifazio (Direct Energie) impressionante nella discesa della Cipressa tanto da guadagnare una ventina di secondi sul gruppo e Alberto Bettiol (Education First) che sul Poggio aveva provato ad anticipare Alaphilippe. Benino anche Daniel Oss (Bora Hansgrohe) al quale è mancato pochissimo per agganciare i fuggitivi e dare così una mano a Sagan. Poi più nulla: la strada per riportare il ciclismo italiano protagonista è ancora lunga, anche più della Sanremo…