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LE ACQUE MINERALI SONO TUTTE UGUALI?
di Lorenza Santi
Mai come quando arriva l’estate ci rendiamo conto di quanto l’acqua sia un elemento assolutamente indispensabile. In effetti, è proprio nel periodo in cui il caldo si fa più intenso che un bicchiere di acqua fresca diventa la bibita più adatta a placare la sete. Sono parecchie le città italiane in cui l’acqua che sgorga direttamente dai rubinetti di casa presenta ottime qualità organolettiche. Se desideriamo comunque consumare l’acqua minerale imbottigliata, come è meglio orientare le nostre scelte? Premesso che tutte le acque potabili contengono minerali, con il termine “acque minerali” si intende una categoria di acque imbottigliate direttamente alla sorgente dalla quale sgorgano già potabili. Non tutte le acque minerali sono uguali, ma è prevista una loro suddivisione in base al rispettivo contenuto di minerali. L’etichetta di ogni bottiglia di acqua, infatti, riporta la quantità di minerali disciolta, espressa in termini di “residuo fisso”, cioè di grammi di sali minerali ottenuti dall’evaporazione di un litro di quell’acqua a 180 gradi centigradi. Si definiscono così “acque oligominerali” quelle che hanno un residuo fisso inferiore a 500 milligrammi, riservando il termine di “acque minerali” a quelle che, invece, li superano. Le prime hanno la caratteristica di essere diuretiche e, quindi, di evitare l’eccessivo affaticamento di reni e vescica. Spesso le acque oligominerali contengono anche bicarbonati che, stimolando le secrezioni gastriche, tendono ad agevolare la digestione. Alcune di esse, poi, soprattutto quelle con un residuo fisso molto basso, inferiore a 50 milligrammi per litro, risultano particolarmente povere di sodio e, proprio per questo, ben indicate a chi soffre di ipertensione. Accanto agli indubbi aspetti benefici, il consumo prolungato di acque oligominerali può presentare, però, anche qualche inconveniente, riconducibile a un apporto carente di minerali all’organismo. Per contro, le acque minerali, che, come detto, hanno un residuo fisso superiore a 500 milligrammi per litro, possono svolgere un’azione terapeutica di riequilibrio di tali lacune, da intraprendere, comunque, esclusivamente su specifico consiglio del medico.

Credito foto: Archivio Sport Service

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