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VUELTA, UN AFFARE PER QUATTRO
di CicloZeman
Si sapeva fino dall’avvio e dall’annuncio della composizione delle squadre che la Vuelta di quest’anno sarebbe stata strana, ma in pochi avrebbero pensato che dopo una sola settimana così tanti pretendenti a un posto al sole, sarebbero già usciti di classifica. Di fatto la lotta per il titolo si riduce a quattro elementi, di cui due della Movistar.

La squadra iberica si trova in una situazione invidiabile: la maglia roja è in possesso di Nairo Quintana (nella foto della homepage), che al suo attivo ha già una tappa e soprattutto sta dimostrando di avere una condizione fisica ma anche mentale che da tempo gli mancava. E’ vero che le cronometro devono ancora arrivare, ma limitando i danni e trovando una grande giornata in montagna, ecco che il suo tallone d’achille è annullato. E’ vero anche che in casa Movistar il fascino di proiettarsi verso Alejandro Valverde è grande: il 39enne campione mondiale sogna il grande colpo di fine carriera e la Vuelta, più che gli altri grandi Giri, può anche favorire un corridore inadatto alle lunghe corse a tappe.

Classifica alla mano, il favorito assoluto resta Primoz Roglic: aver perso dopo appena un paio di tappe Steven Kruijswijk più che un danno per la squadra potrebbe essere stato un vantaggio personale, spazzando via ogni dubbio su chi fosse il leader del team. In salita regge benissimo e a cronometro può scavare un solco importante, resta da vedere quali saranno le sue condizioni nelle ultime tappe.

In salita il migliore è sembrato Miguel Angel Lopez, il colombiano dell’Astana che però continua a pagar dazio alla sfortuna, la caduta sullo sterrato della nona tappa gli è costato tempo prezioso e bisognerà vedere che strascichi ha lasciato sul suo fisico.

Alle spalle di questi quattro, la sensazione è che si lotti per entrare nella Top 10, fra ottimi giovani come lo sloveno dell’UAE Team Emirates Tadej Pogacar, finora la rivelazione della Vuelta e atleti come il polacco Rafal Majka (Bora Hangrohe) e l’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) che fanno della regolarità la loro forza ma non hanno guizzi per puntare a qualcosa di più.

Tra le grandi delusioni va annoverato Jacob Fuglsang, il danese dell’Astana che dopo la folgorante primavera delle classiche era atteso a miracol mostrare nei grandi Giri, ma dopo un Tour deludente sta correndo una Vuelta che più anonima non si può. Purtroppo tra le delusioni vanno annoverati anche gli italiani, Fabio Aru in primis, andato regredendo tappa dopo tappa: a parziale scusante c’è la caduta della prima frazione che ha lasciato importanti strascichi fisici, ma proprio sapendo il suo biennio appena trascorso, ricco di problemi fisici, non sarebbe stato meglio fermarsi per tempo e pensare da subito al 2020? Lo stesso dicasi per Davide Formolo, presto andato alla deriva, trasformando così la Vuelta in una corsa pur spettacolare, ma da vivere solo da spettatori.
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Credito foto homepage: cyclingnews.com
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