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VDP E IL SOGNO DELLA TRIPLICE CORONA
di Gabriele Gentili
Mentre l’attenzione degli appassionati era in queste settimane incentrata sul Giro d’Italia, nel mondo delle due ruote è in atto un’autentica rivoluzione, per mano di Mathieu Van Der Poel , l’olandese diventato un vero Re Mida del ciclismo. Dove corre, vince, a prescindere da quale sia il mezzo che inforca. Abituati a vederlo dominare nel ciclocross (quest’anno ha portato a casa i titoli mondiale, europeo e nazionale “conditi” da due delle tre challenge internazionali previste) avevamo intravisto le sue potenzialità nella scorsa stagione, dove era salito sul podio agli Europei su strada e ai Mondiali di Mtb. Quest’anno però ha alzato il tiro e dopo la chiusura della stagione sui prati, è diventato protagonista assoluto nella primavera su strada, arrivando addirittura alla conquista dell’Amstel Gold Race chiudendo un’astinenza ultra ventennale per il ciclismo di casa. Poi, mentre i big iniziavano la stagione delle grandi corse a tappe, Van Der Poel ha cambiato di nuovo, tornando alla Mtb e a dispetto del fatto di non avere nelle gambe molti allenamenti tecnici, ha presto colmato il gap con i più forti fino a conquistare la seconda tappa di Coppa del Mondo vestendo la maglia di leader della classifica generale.
L’obiettivo di Van Der Poel è abbastanza chiaro e modellato sulle sue possibilità: sapendo di non avere grandi obiettivi nell’estate su strada, vuole continuare a ballare fra le due specialità guardando a un sogno molto ambizioso, la conquista dei titoli mondiali nello stesso anno in tre discipline diverse. Ciclocross: do it. Nella Mtb ha dimostrato di essere ormai all’altezza del campionissimo Nino Schurter e di poter sfruttare le sue caratteristiche affinate nel ciclocross, ossia la partenza a grandi ritmi e l’accelerazione nel giro finale che sono anche il marchio di fabbrica dello svizzero. Su strada  VDP guarda con grande interesse al Mondiale che si correrà in Galles, privo di grandi asperità e fatto, da quel che si dice, per i velocisti, ma adatto anche a colpi di mano per corridori fortissimi sul passo come è l’olandese, che dalla sua potrebbe anche avere il lavoro della squadra pronta a mettere in campo uno schema alternativo al lavoro per la punta dello sprint, Dylan Groenewegen.

Mai nel mondo del ciclismo c’era stato un campione capace di emergere in tutte e tre le specialità: campioni della strada capaci di vincere anche nel ciclocross ne abbiamo visti, dal belga Roger De Vlaeminck allo stesso padre di Mathieu Van Der Poel, Adri. Abbiamo visto anche stelle della Mtb passare alla strada e conquistare grandi successi, da Evans a Fuglsang tanto per citarne due, ma mai avevamo potuto ammirare la coesistenza di tre campioni in uno. L’impresa di Van Der Poel è già eccezionale anche perché comporta il dover essere sempre in condizione, limitare al minimo i giorni di riposo (ha potuto godere di brevissime soste solo dalla fine del ciclocross all’inizio della stagione su strada e dopo la chiusura delle classiche per preparare la Mtb) e questo potrebbe alla fine essere il suo limite, il vero grande ostacolo al compimento del suo sogno.

Un risultato però VDP lo ha già ottenuto: il suo esempio potrebbe non rimanere isolato. Infatti si nota nelle giovani generazioni la voglia di mettersi alla prova in più discipline, unificate dalla grande passione per le due ruote. Il britannico Thomas Pidcock, ad esempio, ha già trionfato ai Mondiali di categoria nel ciclocross e su strada e non è completamente digiuno di Mtb. Questa commistione così fuori dagli schemi in campo maschile, fra le donne è invece quasi ordinaria, quando si mettono a confronto d’inverno nel ciclocross (soprattutto per accumulare esperienza e ritmo fuori soglia) e in primavera su strada (per accumulare km in questo caso). Per la cronaca un’atleta ha già conquistato la Triplice Corona: è la francese Pauline Ferrand Prevot, dominatrice della stagione 2015 che avrebbe dovuto proiettarla verso il grande sogno olimpico, rimasto tale.
Credito foto: federciclismo-it - cyclingnews.com
Credito foto homepage: cyclingnews.com
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