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VAN DER POEL COMPLETA IL CERCHIO
di Gabriele Gentili
Il Mondiale di ciclocross di Bogense (DEN) ha detto innanzitutto che a livello generale il dominio delle due superpotenze Olanda e Belgio è incrinato dall’avvento della Gran Bretagna, che ormai si attesta a Paese leader delle due ruote se dobbiamo considerare tutte le specialità ciclistiche. Anche nell’attività sui prati stanno emergendo grandi talenti, come Ben Tulett e Thomas Pidgeon che hanno portato a casa i due titoli giovanili lasciando presagire imminenti novità anche a livello assoluto. Novità delle quali c’è urgente bisogno, considerando che nella prova Elite maschile, la più importante del contesto iridato, solo l’inserimento dell’anziano tedesco Marcel Meisen all’ottavo posto ha incrinato il dualismo fra le due grandi entità del ciclocross contemporaneo. D’altronde il fatto che nel medagliere generale siano presenti solo 4 nazioni non è un dato molto confortante.

La prova principale ha incoronato Mathieu Van Der Poel (nella foto della homepage) come da pronostico. Questa volta il dominatore della stagione non ha fallito, probabilmente la scelta di prendersi delle pause nel corso della stagione sacrificando una delle challenge, (nella fattispecie la Coppa del Mondo), ha pagato e in Danimarca il copione della gara ha ricalcato quello di quasi tutte le prove della stagione, con l’olandese all’attacco fin dai primi giri. L’ex iridato belga Wout Van Aert ha provato a tenergli testa ma già a metà gara il vantaggio di VDP era cospicuo e gli ultimi dei 12 giri (invero un po’ troppi considerando che l’olandese ha completato la gara in quasi 70 minuti) sono stati una passerella per il tulipano, tornato a vestire l’iride dopo 4 anni. Van Aert ha pagato lo sforzo venendo raggiunto dall’altro belga Toon Aerts, “colpevole” però di una scivolata all’ultimo giro che gli ha precluso quella medaglia d’argento verso la quale era ormai lanciato. Gli altri hanno fatto contorno e questo la dice lunga su quali sono le gerarchie attuali.

Ben diverso il discorso fra le donne dove la riconferma della belga Sanne Cant, al suo terzo titolo consecutivo, non era così scontata. Ancora una volta la scelta della Cant di partire piano nella stagione ha pagato, in quanto all’atto decisivo la belga aveva più cartucce delle rivali olandesi, che hanno provato a schiacciarla nella loro morsa considerando che ben presto in fuga la Cant si è trovata attorniata da quattro maglie arancioni. La più in forma di esse appariva Lucinda Brand, ma una caduta all’ultimo cambio bici ha lanciato la Cant verso il trionfo, con la Brand che a 9” conquistava un argento amarissimo, anche più del bronzo della sua connazionale Marianne Vos, la favorita della vigilia ma che in Danimarca è parsa appannata, un dato non incoraggiante per lei in vista della stagione su strada dove punta alle classiche.

La Cant resta però un esempio isolato in un contesto, quello femminile, dove lo strapotere olandese ricalca quello della strada e il podio tutto arancione fra le Under 23 fa presagire che il dominio, almeno numerico, sarà ancora lungo, per questo il quarto posto di Silvia Persico, una delle poche luci della spedizione azzurra, brilla ancora di più.
I PODI MONDIALI
 
Uomini:
Elite: 1 M. Van Der Poel (NED) 1h09’20”, 2 W. Van Aert (BEL) a 16”, 3 T. Aerts (BEL) a 25”
U23: 1 T. Pidcock (GBR) 47’42”, 2 E. Iserbyt (BEL) a 15”, 3 A. Benoist (FRA) a 23”
Junior: 1 B.Tulett (GBR) 42’29”, 2 W. Meeussen (BEL) a 20”, 3 R. Cortjens (BEL) a 27”
Donne
Elite: 1 S. Cant (BEL) 47’53”, 2 L. Brand (NED) a 9”, 3 M.Vos (NED) a 15”
U23: 1 Van Der Heijden (NED) 42’09”, 2 Nagengast (NED) a 3”, 3 Del Carmen Alvarado a 8”

Credito foto homepage: www.federciclismo.it/it

Credito foto homepage: getty_images_per_cyclingnews.com

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