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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
AVERE UNA GATTA DA PELARE
A volte sarebbe veramente più facile sbucciare un gatto che pulire la catena di qualche ciclista di nostra conoscenza. Per questi soggetti andare in bdc significa solo mettersi i pantaloncini, una maglietta, le scarpe (scarponi da montagna dei Cacciatori delle Alpi) e pedalare. Qualsiasi tipo di manutenzione che esula dal sostituire la camera d’aria o infilare una bomboletta in zona valvola è esclusa. Se gli chiedete che cos’è quell’affare nero che assomiglia a un serpente e che unisce la moltiplica al pacco pignoni non risponde. Non lo sa... l’ha sempre vista lì e finché non si rompe non si pone il problema. Di sicuro ci sono più problemi quando... (si è)
 
ESSERE IN UNA GABBIA DI LEONI!
Solo chi è stato una volta nella sua vita nella prima griglia di una gran fondo può capirlo. E’ come stare dietro al levatoio di uno sbarco truppe il D-Day: senti il suono dei motori, l’urlo dello speaker che ti carica, la musica dei Led Zeppelin che ti annienta i timpani, il botto dei fuochi d’artificio un istante prima... e vedi attorno a te le facce! In confronto Attila viaggiava con degli agnelli. Anche a meno 15 in maniche corte e braghette... non ruggiscono solo perché in bocca masticano una barretta in titanio, insomma...
NON C’E’ TRIPPA PER GATTI!
Ma solo ormoni della crescita, nandrolone, cortisone, omeoprazolo (non c’entra nulla ma suona bene), bombe artigianali e seriali, tric e trac al capsico per infiammare la prostata e pedalare così in punta di sella a tutta, panini imbottiti di efedrine le cui briciole purtroppo fanno impazzire i passerotti che si schiantano in picchiata come Stuka (senza fischio), pastiglioni apparentemente di Vinvin C con sopra stampata non la “C” ma la “H” come la bomba sganciata sull’atollo di Bikini. Ma non dobbiamo però preoccuparci, perché per fortuna la stragrande maggioranza dei fondisti in realtà si nutre esclusivamente di pagine e pagine di diete a zona, zona mista, a uomo, con profonda soddisfazione e incubi notturni spaventosi dove intere fiamminghe di cappelletti e lasagne sono gettate nel fuoco in nome della plicometria.
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