Quante volte nella nostra vita ciclistica ci siamo ritrovati con un compagno/a di pedali insostenibile? Un vero trituratore di pazienza? Un generatore di mal di testa? Una garrota di zebedei inesorabile? E allora pensi: ma perché non siamo andati da soli? Purtroppo quando sei arrivato a questa conclusione è tardi, troppo tardi. E sarà una giornata pesantissima dove ad ogni bivio il tuo istinto di sopravvivenza ti fa sterzare ma la tua buona educazione ha la meglio e resti lì, stoicamente a soffrire come un fachiro sui carboni accesi, quando in maniera insperata suona il suo telefono e una voce tua amica (in verità un angelo!!) gli chiede di tornare subito a casa che c’è un imprevisto. No, non è un imprevisto, è un vero MIRACOLO e insceni la recita n. 3 (che sfortuna che devi tornare indietro!) e pensi...

Che poi è tutto da dimostrare che le cose succedono per caso. Infatti quando si fora non succede mai in allenamento ma, quasi sempre:  in volata o sull’ultimo zappellotto al 20% dello Zoncolan o in discesa in una curva a piombo cieca o mentre attraversi il casello di Melegnano all’ora di punta e via così. Ma a volte invece la sorte è benevola e ti bacia, sia pure alla fine, in fronte. Ti senti gratificato e pensi che in fondo la vita non è male e bisogna accontentarsi di quello che viene e prendere con filosofia le difficoltà della vita. Ma vaff... !!!