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BRAIDOT, UN PODIO CHE FA SPERARE
di Gabriele Gentili
L’ultimo grande appuntamento della stagione di cross country era il Test Event preolimpico di Izu-Shizuoka, la gara giapponese sul percorso dove il prossimo anno ci si giocherà l’oro a cinque cerchi. A dispetto di una stagione lunga e impegnativa, tutti i big hanno preso l’aereo per partecipare e visionare così il tracciato, denso di ostacoli artificiali e di difficoltà.

Al di là dei risultati finali, nel complesso anche fortunati per i colori azzurri, il primo dato emerso è la delicatezza del tracciato: a fine gara il Ct italiano Mirko Celestino (nella foto della homepage) si è detto rincuorato dalle impressioni degli azzurri, spaventati durante l’escursione a piedi ma alla fine molto più possibilisti. Il tracciato però ha mietuto vittime illustri: in allenamento caduta e sei punti di sutura al ginocchio per la vincitrice di Coppa del Mondo Kate Courtney (USA), in gara caduta e setto nasale rotto per l’iridata francese Pauline Ferrand Prevot, brutta botta al naso con l’aggiunta di un dito della mano fratturato per lo spagnolo Pablo Rodriguez Guede. Insomma un tracciato molto insidioso, dove la capacità di guida può davvero fare la differenza.

Non è quindi un caso se a vincere sono stati gli elvetici Nino Schurter (sotto nella foto) e Jolanda Neff, due che fanno della precisione di guida una delle loro principali caratteristiche. Il pluricampione del mondo ha già messo nel mirino il bis olimpico e sul percorso giapponese e sul tracciato di gara, attraverso un numero di giri molto ridotto rispetto a quella che sarà la prova titolata, ha provato a fare selezione, ma in molti gli sono rimasti attaccati se si pensa che nel giro di un minuto sono ben 9 i concorrenti che hanno chiuso la loro prova. A lottare per il successo erano però in tre: Schurter, il francese Victor Koretzky e l’azzurro Luca Braidot (nella foto della homepage), al quale sull’ultima rampa il salto del rapporto ha però impedito di giocarsi le sue chance in volata. Successo quindi per Schurter con 2” sul transalpino e 10” su Braidot, che ha comunque tenuto dietro l’altro francese Jordan Sarrou (a 14”) e il brasiliano Henrique Avancini (a 18”). Buona prova anche per Gerhard Kerschbaumer, sesto a 36”, più indietro Nadir Colledani, 12° a 1’31” e Daniele Braidot, 18° a 2’57”.
Doppietta elvetica fra le donne dove la Neff ha fatto gara solitaria, chiudendo in 1h16’12” con 1’46” sull’iridata U23 Sina Frei, terza posizione per l’olandese Anne Terpstra a 2’30”. I distacchi sono stati sensibili fra tutte le arrivate, a dimostrazione della difficoltà tecnica del percorso dove la prima azzurra è stata Martina Berta, 13esima a 5’32” mentre Chiara Teocchi è terminata 26esima a 9’26”. Ora c’è tanto materiale sul quale ragionare in vista della gara più importante non solo del 2020, ma dell’intero quadriennio.
Credito foto: cyclingnews.com
Credito foto homepage: Archivio_FCI
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