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GF LEARCO GUERRA
di Lorenza Santi
C’era una volta la “Gran Fondo Learco Guerra”. Si correva a Mantova, originariamente all’inizio di settembre e, più tardi, attorno alla metà di luglio. La prima edizione risale al 1993 e venne premiata da un buon numero di partecipanti, che, sebbene quasi tutti provenienti dalle province limitrofe, lasciavano ben sperare a favore di un lungo e glorioso futuro della manifestazione. La quale, in effetti, negli anni immediatamente successivi al suo esordio riuscì a costruirsi una buona reputazione tra le Gran Fondo che si organizzavano nel Nord Italia. Al punto che venne inserita tra le cinque corse che, nel 1995, componevano il calendario della primo Giro Regioni. In quell’anno gli organizzatori della “Learco Guerra” riuscirono addirittura ad ottenere dall’amministrazione comunale di Mantova di collocare l’arrivo della Gran Fondo nella suggestiva cornice dei giardini di Palazzo Te. Fu una giornata memorabile, che consacrò la corsa tra quelle di maggiore richiamo. Coordinava con passione ogni aspetto organizzativo un nipote dello stesso Learco Guerra, il famoso ciclista mantovano, trionfatore di innumerevoli corse negli anni pionieristici delle due ruote. E proprio nel ricordo di tanta gloria, il nipote del campione disegnò il percorso della Gran Fondo lungo un tracciato che, tra le piane della provincia di Mantova e i rilievi di quelli di Verona, il nonno usava percorrere quando si allenava prima dei grandi appuntamenti del ciclismo di allora. Purtroppo, nonostante il promettente avvio e dopo qualche anno di lusinghiero consenso da parte del movimento granfondistico, la “Gran Fondo Learco Guerra” si incamminò lungo la strada di un precoce e immeritato declino. Qualche scelta organizzativa poco azzeccata e un po’ di sfortuna ridimensionarono, via via, l’attenzione nei confronti della corsa che chiuse i battenti verso la fine degli anni ’90.

Credito foto: federciclismo.it

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