L’Uci ha ufficializzato la lista dei team regolarmente iscritti alla federazione internazionale, mettendo di fatto la parola fine al ciclomercato di Mtb, piuttosto fiacco in questa stagione olimpica come avevamo già avuto modo di sottolineare. Sono 114 le formazioni regolarmente affiliate, ossia quelle che hanno accettato di pagare una tassa d’iscrizione invero piuttosto salata e guardando l’elenco si ha un segno abbastanza fedele dello stato di salute dei vari movimenti.
Va subito detto che quello italiano appare in ottima forma, considerando che sono ben 10 le formazioni affiliate: solamente la Francia, netta capofila con 20 squadre al suo attivo, Germania e Svizzera con 12 ne hanno di più. Il tutto in un panorama nel quale sono ben 27 le Nazioni che hanno almeno una squadra, di cui sono 5 sono extraeuropee. Stupisce come siano fuori movimenti che pure hanno una grande attività come quelli australiano e sudafricano, ma evidentemente non c’era da quelle parti la volontà di sottostare alle dure regole economiche dell’Uci…
Rispetto allo scorso anno, il totale delle squadre italiane resta invariato, con un team dedicato alle attività Gravity e la DMT Marconi che, con un team interamente composto da stranieri, agisce nelle Marathon. Gli altri sono tutti di XC con le novità del Trinx Factory Team, la formazione voluta dall’ex vincitore di Coppa del Mondo Luca Bramati che punta ad avere due biker ai Giochi Olimpici, l’azzurra Eva Lechner e l’estone Martin Loo; e la Trek Pirelli, formazione che privilegia le Granfondo ma che quest’anno vuole recitare un ruolo di primo piano anche nella specialità olimpica con i nuovi arrivi degli azzurri Simone Avondetto e Gioele De Cosmo e soprattutto del campione del mondo Under 23, il rumeno Vlad Dascalu
Colpisce il fatto che restano fuori team importanti nel settore delle Granfondo, come Wilier 7C Force e Torpado Sudtirol, che pure hanno una presenza abbastanza costante in quella che è la massima challenge Uci del settore, le Marathon Series. Questo vale anche per importanti formazioni estere, il che dovrebbe far riflettere il massimo organo internazionale sull’opportunità di rimettere mano sia alle operazioni d’ingresso, sia alla gestione dell’attività nel suo complesso.
LE FORMAZIONI ITALIANE