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SARA' L'ANNO DEL RITORNO DI ARU?
di CicloZeman
E’ stato un anno agrodolce, il 2019, per l’Uae Team Emirates. A fronte dell’imprevista e piacevole esplosione del talento dello sloveno Tadej Pogacar, arrivato fino al podio alla Vuelta di Spagna condito da ben tre vittorie di tappa, c’è stata l’ennesima stagione fallimentare di Fabio Aru, costretto a saltare tutta la primavera per l’operazione all’arteria iliaca e autore di una ripresa lenta e difficile, anche se al Tour de France ha regalato piccoli sprazzi delle sue capacità. Il primo impegno del corridore sardo, e con lui di tutta la squadra, è tornare quello di prima: al di là degli obiettivi stagionali, identificati nel Tour de France e nel Mondiale svizzero, il vero punto di approdo per Aru deve essere ritrovare le sue capacità in salita, che gli avevano permesso di fare la differenza e conseguentemente la resistenza necessaria per lottare per grandi traguardi, nei grandi Giri soprattutto.

E’ chiaro però che le gerarchie in squadra sono cambiate e ora si fa affidamento soprattutto su Pogacar, che a dispetto della giovane età sembra già maturo per lottare per le principali maglie della stagione. Per questo i dirigenti della squadra araba hanno puntato a rafforzare il team a supporto dello sloveno, portando nel roster tre scalatori di spessore come lo spagnolo David De La Cruz e gli americani Brandon McNulty e Joe Dombrowski, corridore quest’ultimo che sembra adattissimo come spalla per Pogacar.

Il team però, che pure ha chiuso il 2019 con 29 vittorie, è chiamato a dare anche altre risposte oltre a quelle inerenti Aru. C’è ad esempio da recuperare il colombiano Fernando Gaviria, che nel 2019 ha perso posizioni nella graduatoria dei grandi velocisti contemporanei e per questo è stato ingaggiato l’argentino Maximiliano Richeze, elemento di spicco come ultimo uomo per il lancio della volata con il quale Gaviria, anche per questioni di affinità di lingua, dovrebbe trovarsi bene. Lo stesso dicasi per il norvegese Alexander Kristoff, che al di là della prestigiosa vittoria alla Gand-Wevelgem ha vissuto una stagione al di sotto delle attese.

Tornando a Pogacar, lo sloveno è solo la punta di una squadra che guarda fortemente al futuro, basti considerare le carte d’identità di molti dei suoi affiliati, soprattutto tra coloro che sono attesi a un’imminente esplosione. Parliamo del russo Alexander Riabushenko, del belga Jasper Philipsen, dell’azzurro Valerio Conti per ben 6 giorni in maglia rosa all’ultimo Giro, ma anche dei nuovi acquisti, come il colombiano Andrés Camilo Ardila vincitore dell’ultimo Giro d’Italia Under 23, del pluricampione del mondo di categoria a cronometro, il danese Mikkel Bjerg, ma anche di Alessandro Covi, considerato uno dei migliori prospetti italiani. Attenzione poi allo sloveno Jan Polanc, che potrebbe seguire le orme del connazionale Pogacar rispetto al quale ha una maggiore propensione per le prove sul passo.

Credito foto: cyclingnews.com

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