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CICLOCROSS, LA RIVINCITA DEI BATTUTI
di Gabriele Gentili
Parlando di ciclocross, è doveroso precisare innanzitutto che anche l’attività sui prati sta risentendo fortemente della seconda ondata della pandemia, in particolare la Coppa del Mondo: i dirigenti dell’Uci avevano grandi progetti per la massima challenge, allargando il numero di prove e soprattutto coinvolgendo Paesi finora un po’ messi da parte, anche dovendo rinunciare alle trasferte negli altri Continenti che non fossero la vecchia Europa patria della disciplina, ma molte località hanno dovuto giocoforza declinare l’opportunità, così la challenge è stata ridotta a sole 5 prove, sperando che si possano fare tutte e con, dopo l’esordio auspicato (la situazione in Rep.Ceka è tutt’altro che rosea a differenza di quest’estate) del 29 a Tabor, poi si gareggerà in Belgio e Olanda.
 
A dispetto delle difficoltà ci si sta comunque facendo in quattro per andare avanti e dopo la bella quanto particolare edizione degli Europei, è stato il Superprestige la prima challenge a riprendere il suo cammino. Le prime prove post rassegna continentale hanno avuto un protagonista assoluto nel belga Laurens Sweeck, per il quale la prova titolata è stata una sorta di crocevia. Rimasto fortemente deluso dalla gara continentale, per colpa di un errore tecnico quand’era all’inseguimento della coppia di testa, Sweeck ha tratto da quella delusione una grande forza propulsiva, che gli ha consentito innanzitutto di aggiudicarsi la tappa di Niel e poi di conquistare anche la prova dell’Ethias Cross di Leuven battendo allo sprint l’altro grande deluso di S’Hertogenbosch, il suo connazionale Toon Aerts. 
 
Dominio di Sweeck al maschile, dominio dell’olandese Del Carmen Alvarado fra le donne, ma stavolta parliamo di colei che è campionessa mondiale ed europea in carica e che sta scavando un solco fra lei e le altre. La campionessa dell’Alpecin Fenix è sempre più sulla scia del suo grande connazionale Mathieu Van Der Poel, nel senso che il differenziare la sua attività fra ciclocross, mtb e, perché no, strada la sta aiutando a migliorare. A Leuven, dopo l’iniziale quanto velleitaria fiammata della francese Clauzel (che comunque si conferma la più forte al di fuori dello strapotere olandese) ha giocato con la Betsema come il gatto col topo, rimontandola senza pietà all’arrivo.
 
A Merksplas gerarchie ancora sovvertite e questo si annuncia come il leit motiv della stagione, almeno finché i grandi reduci dalla strada non rientreranno (doveva accadere a fine mese con il britannico Thomas Pidcock, ma anche il talentino britannico ha detto di avere bisogno di più tempo). Nella tappa del Superprestige è arrivata finalmente la rivincita di Michael Vanthourenhout nella giornata del dominio della Pauwels Sauzen Bingoal, che ha monopolizzato il podio. Il vicecampione europeo ha battuto di 8” Iserbyt e di 13” Sweeck, ma quel che stupisce è che lo spagnolo Felipe Orts Lloret, 7° a 36”, è stato l’unico a interrompere una fila di belgi e olandesi che va avanti fino alla 19esima piazza… Nella domenica delle rivincite è arrivato anche l’acuto di Lucinda Brand, che nella sfida tutta olandese (ma attenzione, perché l’ex iridata belga Sanne Cant si avvicina) ha preceduto di 6” la Betsema e di 16” una Alvarado vittima di uno scivolone all’ultimo giro. Lechner solo 16esima a 2’22”, Arzuffi addirittura 25esima a 4’02”. Ma le buone notizie in chiave italiana arrivano stavolta dagli uomini e da Dorigoni, al primi acuto internazionale a Jicin (CZE), con la vittoria nella tappa della Toi Toi Cup in volata sulla stella locale Michael Boros.
Credito foto homepage: Cyclingnews
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7