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IL GRANDE SHOW DI UN GIRO IN CHIARO E SCURO
di CicloZeman
Ci sono alcuni concetti che vanno subito chiariti a proposito dell’ultimo Giro d’Italia: il primo è che è stato un Giro di livello tecnico medio-basso, ma ciò non toglie che è stato un Giro sempre sul filo dell’emozione, incerto fino all’ultimo metro più di qualsiasi altra edizione. Molti guardano alla Vam delle salite (quella sullo Stelvio è stata di gran lunga la più alta), alla velocità con cui sono state superate, ma su questi dati molto si potrebbe discutere, lasciano molti dubbi su quanto ciò sia effettivo frutto del talento individuale e dell’allenamento e non di altri fattori. Ragionando però in base a quello che si è visto, non è certo un caso se alla fine a giocarsi il Giro siano stati due corridori partiti come gregari e che, nell’evoluzione della corsa, siano emersi da un lotto complessivamente non di primo piano, certamente inferiore al Tour ma anche alla Vuelta. Di ciò comunque si è avvantaggiato lo spettacolo e alla fine è emerso comunque per fortuna alla fine un signor corridore.

Geoghegan Hart (nella foto della homepage) è un vincitore degno: il britannico della Ineos, partito per dar manforte a Geraint Thomas in salita, si è trovato addosso i panni del capitano recitando la parte in maniera egregia, legittimando la sua vittoria con la condotta di gara nella penultima tappa, rispondendo colpo su colpo all’australiano Jay Hindley (Sunweb), emerso anche lui al Giro ma senza un pedigree alle spalle come quello di Hart. Quest’ultimo, che finora si era messo in mostra come ottimo specialista delle prove a tappe medio-brevi e che solo per sfortuna non aveva potuto giocarsi le sue carte in un grande Giro, (com’era successo lo scorso anno proprio alla corsa rosa) dove la squadra si aspettava molto da lui ma una caduta lo aveva messo presto fuori gioco per la classifica. Invece per l’australiano solo il tempo dirà se quella vissuta al Giro non sarà stata un’avventura tanto esaltante quanto sporadica. La Sunweb ha sbagliato a puntare su di lui e non su Kelderman, ma l’olandese l’anno prossimo sarà alla Bora Hansgrohe (ecco il motivo del non appoggio completo come squadra), mentre l’australiano ha già firmato il rinnovo. Tornando ad Hart, ci saranno altre occasioni per mettersi in evidenza: forse non sarà al livello dei Pogacar o dei Bernal, ma sicuramente potrà competere per altri grandi traguardi, sul filone di altri suoi connazionali come Froome o lo stesso Thomas, rispetto ai quali va forse meno forte sul passo ma ha maggiori doti di scalatore.

Quello conclusosi a Milano è stato un Giro che ha confermato il malessere del ciclismo italiano, aggrappato ai suoi grandi vecchi Nibali e Pozzovivo, rimasti in lotta finché le forze glielo hanno permesso. Il siciliano chiude una stagione sicuramente negativa con un settimo posto che non può soddisfarlo, ma dalla sua va anche detto che più di altri ha sofferto una struttura della stagione stravolta dalla pandemia. Se il 2021 sarà più ordinato, se la preparazione non avrà intoppi, lo Squalo potrà ancora battere qualche colpo, soprattutto se interpreterà la sua presenza al Giro o al Tour non per curare la classifica ma per cercare la condizione per il grande evento (e tutti sappiamo quale potrà essere…) e pensare a una vittoria di tappa. Bravo è stato poi Fabio Ulissi, due vittorie per lui, che meriterebbe un grande traguardo internazionale per la sua abnegazione, avendo ormai capito fin dove può arrivare. In questo momento il ciclismo nostrano è aggrappato a un campione come Filippo Ganna, dominatore delle cronometro ma anche passista di lusso, unico in grado di garantire grandi risultati. Un po’ poco, vista la nostra tradizione.

Per il resto il Giro è stato un palcoscenico che ha fatto emergere corridori che sapranno farsi ancora vedere, pensiamo al portoghese Almeida, altro gioiello alla corte della Deceuninck Quick Step, oppure il francese Demare dominatore delle volate. Quello vissuto in un inconsueto autunno è stato comunque un Giro dominato da una squadra, la Ineos che torna a casa con la maglia rosa e un terzo delle tappe complessive vinte e soprattutto un Giro che ha avuto il grande merito di arrivare al suo traguardo, cosa che, visto il momento che stiamo vivendo, non era per niente scontato.

CLASSIFICA FINALE

1 Tao Geoghegan Hart (GBR-Ineos Grenadiers) 85h40’21”
2 Jai Hindley (AUS-Team Sunweb) a 39”
3 Wilco Kelderman (NED-Sunweb) a 1’29”
4 Joao Pedro Almeida Gonçalves (POR-Deceuninck Quick Step) a 2’57”
5 Pello Bilbao Lopez de Armentia (ESP-Bahrain McLaren) a 3’09”

VINCITORI DI MAGLIE

Maglia rosa (Classifica generale):
Tao Geoghegan Hart (GBR-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (Classifica a punti):
Arnaud Démare (FRA-Groupama FDJ)

Maglia azzurra (classifica Gran Premio della Montagna):
Ruben Guerreiro (POR-EF Education First)

Maglia bianca: (classifica dei giovani):
Tao Geoghegan Hart (GBR-Ineos Grenadiers)

Classifica a squadre: Ineos Grenadiers

I VINCITORI TAPPA PER TAPPA

Monreale-Palermo (15 km a cronometro):
Filippo Ganna (ITA-Ineos Grenadiers)

Alcamo-Agrigento (150 km):
Diego Ulissi (ITA-UAE Team Emirates)

Enna-Etna (150 km):
Jonathan Klever Caicedo Cepeda (ECU-EF Education First)

Catania-Villafranca Tirrena (140 km):
Arnaud Démare (FRA-Groupama FDJ)

Mileto-Camigliatello Silano (225 km):
Filippo Ganna (ITA-Ineos Grenadiers)

Castrovillari-Matera (188 km):
Arnaud Démare (FRA-Groupama FDJ)

Matera-Brindisi (143 km):
Arnaud Démare (FRA-Groupama FDJ)

Giovinazzo-Vieste (200 km):
Alex Dowsett (GBR-Israel Start-Up Cycling)

San Salvo-Roccaraso (208 km):
Riben Guerreiro (POR-EF Education First)

Lanciano-Tortoreto Lido (177 km):
Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Porto Sant’Elpidio-Rimini (181 km):
Arnaud Démare (FRA-Groupama FDJ)

Cesenatico-Cesenatico (205 km):
Jhonnatan Manuel Narvaez Prado (ECU-Ineos Grenadiers)

Cervia-Monselice (190 km):
Diego Ulissi (ITA-UAE Team Emirates)

Conegliano-Valdobbiadene (33,7 km a cronometro):
Filippo Ganna (ITA-Ineos Grenadiers)

Rivolto-Piancavallo (183 km):
Tao Geoghegan Hart (GBR-Ineos Grenadiers)

Udine-San Daniele del Friuli (226 km):
Jan Tratnik (SLO-Bahrain McLaren)

Bassano del Grappa-Madonna di Campiglio (202 km):
Ben O’Connor (AUS-NTT Pro Cycling)

Pinzolo-Lago di Cancano (209 km):
Jai Hindley (AUS-Sunweb)

Abbiategrasso-Asti (124,5 km):
Josef Cerny (CZE-CCC)

Alba-Sestriere (200 km):
Tao Geoghegan Hart (GBR-Ineos Grenadiers)

Cernusco sul Naviglio-Milano (16,5 km a cronometro):
Filippo Ganna (ITA-Ineos Grenadiers)

Credito foto homepage: bettini_photo
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7