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LA MALEDIZIONE OLIMPICA DELLE DUE STAR
di Gabriele Gentili
Questa è la storia di due campionesse assolute della Mtb, forse le più forti dell’ultimo decennio e del loro particolare rapporto con i Giochi Olimpici. Le protagoniste sono Jolanda Neff (a dx nella foto della homepage), svizzera e Pauline Ferrand-Prevot (nella foto della homepage), francese. Alla vigilia dei Giochi di Rio 2016 le gerarchie le vedevano saldamente davanti e tutti pronosticavano una loro sfida per l’oro. Ad accomunare entrambe c’era anche l’ambizione di emergere sia nella Mtb che su strada e il calendario dei Giochi consentiva loro di presentarsi al via in entrambe le gare, con ambizioni rinnovate. Il problema però è che la gara di Rio aveva difficoltà importanti, uno sforzo non indifferente e difficile da recuperare anche se fra le due prove c’erano due settimane di spazio. L’avvicinamento all’evento non era stato semplice, la francese soprattutto fu vittima di numerosi incidenti e di un fastidio al nervo sciatico che non l’ha mai mollata. Il risultato fu che entrambe rimasero a mani vuote, la Ferrand Prevot ritiratasi dopo una gara incolore, la Neff risucchiata dopo aver illuso in partenza e finita mestamente sesta.

La debacle olimpica aveva un po’ rimescolato le carte: le due erano sì ancora ai vertici del cross country, ma ormai all’altezza delle avversarie, anche se ai Mondiali di Cairns la Neff tornò a vestire l’iride con la Ferrand Prevot ottima terza ma a oltre 3 minuti. Nel corso della stagione la svizzera aveva già dimostrato di avere assorbito la delusione, conquistando una tappa di Coppa del Mondo, mentre la francese si era dedicata maggiormente alla strada. Nel 2018 la sfida fra le due tornò a infiammarsi e in occasione degli Europei a Glasgow (dal sapore particolare, essendo inseriti in una manifestazione plurisportiva) la Neff vinse l’oro proprio davanti alla sua rivale.

Si arriva così alla stagione scorsa e a una crescita delle due che sembrava ripercorrere quanto visto quattro anni prima, con la Neff capace di vincere due tappe di Coppa e confermarsi regina europea, ma con la Ferrand Prevot che dopo essersi fermata per tutto l’inverno finendo sotto i ferri per un problema di pressione arteriosa alla gamba sinistra, riprendeva pian piano fino a conquistare la vittoria nella tappa di Coppa in val di Sole e soprattutto reimpossessarsi contro ogni pronostico della maglia iridata, a cui due settimane dopo fece seguito la vittoria ai Mondiali Marathon.
Insomma, un finale di stagione che riportava le due in cima ai pronostici per Tokyo 2020. Questa volta le due sembravano aver capito l’errore dell’edizione olimpica precedente, annunciando di volersi concentrare sulla partecipazione offroad, pur non disdegnando qualche apparizione prima nel ciclocross e poi su strada. E’ però destino che l’Olimpiade sia al termine di un cammino irto di difficolta: nel corso della stessa settimana le due si sono trovate di fronte un ostacolo quasi insormontabile. La Neff, in allenamento negli Usa prima di natale, era caduta riportando un parziale collasso dei polmoni e rottura di una costola, rischiando anche l’asportazione della milza, che ha però riportato seri danni. Alla svizzera sono stati imposti almeno 3 mesi di quasi totale inattività per garantire una pressione sanguigna bassa, al termine dei quali potrà gradatamente riprendere a pedalare.

Per la Ferrand Prevot la situazione è pressoché identica: la francese è stata costretta a un’ulteriore operazione chirurgica per risolvere un problema di endofibrosi iliaca, lo stesso che l’aveva costretta a finire sotto i ferri l’anno prima. L’intervento è stato effettuato subito dopo le feste e per la transalpina si prospetta un lungo periodo di riabilitazione. Come si vede, sarà per entrambe già un risultato riuscire ad essere presenti a Tokyo 2020, con una condizione fisica tutta da costruire e se per le avversarie si aprono autostrade verso il podio, per loro quella olimpica sembra essere diventata una vera e propria maledizione.

Credito foto: UCI

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