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ALAPHILIPPE, UN DEGNO CAMPIONE DEL MONDO
di CicloZeman
C’è un dato che emerge in maniera indelebile dai Mondiali di Imola: guardando tutti gli ordini d’arrivo, si nota che rispecchiano molto fedelmente le attuali gerarchie del ciclismo mondiale. Un dato che da una parte ci esalta per l’entusiasmante oro a cronometro di Filippo Ganna, primo nella storia recente dello sport delle due ruote (l’unico precedente risale agli anni Trenta con Guerra) e speriamo nella carriera del campione dell’Ineos Grenadiers, dall’altra dimostra in tutta la sua franchezza la crisi che il ciclismo professionistico italiano sta vivendo, privo di autentiche punte sia per le corse a tappe che per le gare d’un giorno e ancorato a Vincenzo Nibali, un campione di 36 anni encomiabile anche al Mondiale, ma che non sembra avere più quelle azioni che possono risultare decisive.

Ha vinto Julian Alaphilippe (all’arrivo nella foto della homepage), ovvero il favorito della vigilia visto il percorso. Il francese al Tour, dopo aver vestito per un paio di giorni la maglia gialla, aveva finalmente compreso di non avere nelle gambe la resistenza per lottare per la classifica e ha pensato soprattutto a rodare la gamba per Imola, mischiando anche un po’ le carte, tanto che molti erano scettici nei suoi confronti. Alaphilippe invece ha corso in maniera intelligente, con una squadra completamente al suo servizio, piazzando ai -25 la sparata decisiva che ha mandato in crisi gli altri pretendenti alla maglia iridata. Il francese si è così preso la rivincita sul belga Van Aert, che lo aveva beffato alla Milano-Sanremo, staccandolo prima dell’arrivo. Primo Alaphilippe, secondo Van Aert, terzo lo svizzero Marc Hirschi: attenzione, questo potrebbe essere anche l’ordine di arrivo dei Giochi Olimpici, considerando il percorso di gara. La variabile è tutto quel che succederà da qui a luglio 2021, sia nel mondo ciclistico soprattutto quando nella primavera del prossimo anno il calendario dovrebbe tornare alla sua normalità, sia soprattutto sul piano globale, nella lotta alla pandemia.

Ai -25 l’Italia già non c’era più. Nibali aveva provato l’attacco prima, per prendere in contropiede gli avversari, ma non ha trovato adeguata collaborazione né nei compagni di squadra, quasi tutti già logorati dal percorso, né dagli avversari, da coloro che avevano il compito di sovvertire il pronostico. Sul piano tattico l’Italia ha fatto quel che poteva in base agli uomini disponibili, l’errore vero l’hanno compiuto nazioni come Spagna, Colombia, lo stesso Belgio che poteva provare un’alternativa a Van Aert con Van Avermaet in palla e che poteva ripetere l’esito di Rio 2016.

Alaphilippe è comunque un campione degno, che nelle classiche in contemporanea con il Giro d’Italia potrà subito bagnare con una vittoria la sua fresca maglia iridata. L’Italia comunque può consolarsi con un oro, vinto da quel Ganna che è attualmente un patrimonio non solo del ciclismo azzurro ma di tutto il nostro sport e un bronzo dalla splendida Elisa Longo Borghini, battuta dalle due campionesse olandesi Van Der Breggen e Van Vleuten. Anche quello femminile è un ordine d’arrivo che a Tokyo potrebbe ripetersi e sinceramente, ci metteremmo la firma sin da ora.
TUTTI I PODI MONDIALI
 
Uomini
Gara in linea:
1 Julian Alaphilippe (FRA), 2 Wout Van Aert (BEL), 3 Marc Hirschi (SUI)
Gara a cronometro:
1 Filippo Ganna (ITA), 2 Wout Van Aert (BEL), 3 Stefan Kung (SUI)
 
Donne
Gara in linea:
1 Anna Van Der Breggen (NED), 2 Annemiek Van Vleuten (NED), 3 Elisa Longo Borghini (ITA)
Gara a cronometro:
1 Anna Van Der Breggen (NED), 2 Marlen Reusser (SUI), 3 Ellen Van Dijk (NED)
Credito foto: bettiniphoto – federciclismo
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7