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BOTTA & RISPOSTA
di Enrico Monti
Salsa da Roma: ciao ragazzi. Da qualche anno mi sono affacciata nel mondo delle due ruote dopo anni di agonismo nel nuoto. In contemporanea mi sono convertita a una dieta prettamente vegana, non transigo su questo e però ho notato che oltre alla salute sono aumentate anche le debolezze (sono diventata anemica)  Secondo voi è possibile affiancare a questo regime alimentare altro per poter così competere con i miei amici sulle due ruote?
B&R: ciao Salsa, diminutivo o altro? Mah… Da sempre, per filosofia, per competenze, per esperienza, noi siamo convinti che ogni uomo e ogni donna debba trovare la propria dimensione, specie il proprio regime alimentare. Nessuna regola è universale perché quello che piace a me (la braciola x es.) magari fa schifo a te. Il segnale che il tuo corpo però ti invia fa capire che il tuo regime alimentare va completato. Semplicisticamente potremmo anche dire che una bella bistecca di cavallo alza i globuli nel sangue ma, nel tuo caso, sarebbe veramente da ignoranti. Per cui ti consigliamo nella tua zona il Ristorante “all’imbroglio” dove, se ce lo dici per tempo, ti facciamo trovare pronta una bella zuppa di verdure a cui aggiungiamo dei pallini di ferro in modo da farti sparire l'anemia.
Tullio da Ostia: ciao, sono un organizzatore di eventi granfondistici, oramai lo faccio da diversi anni. In questo tempo mi sono sempre fatto una domanda, che ora giro a voi. Cosa ne pensate delle difficoltà inserite in una granfondo nelle parti finali della gara? E’ meglio un bel strappone secco al 18% poco prima dell’arrivo oppure siete favorevoli a una lunga salita anche con pendenze non particolarmente dure?
B&R: ciao Tullio, importante anche sentire la voce di chi si spende e mette del suo per far correre tutto questo branco di ciclo ammalati. Secondo noi il problema è complesso e deve essere visto alla luce delle attuali tendenze. Diversi anni fa per chiamarsi Gran Fondo e richiamare come mosche sul miele partecipanti una manifestazione doveva essere almeno 230 km, avere più di 3500 metri di dislivello, alcuni chilometri di salita da mulo, discese a fiocina e, ciliegina sulla torta, sterrati con porfido e salti multipli. Oggi non è più così, ci siamo imborghesiti e gli amanti della polvere suonano il loro tamburo a parte. Invece il fondista è uno che vuole correre, fare medie alte, poche salite e ben veloci e arrivare a casa per il dolce. Quindi amico mio metti il cuore in pace e dai a Cesare quello che vuole: lunghi rettilinei dove sgasare, belle curve da fare a radicchio e un arrivo in velodromo dove chi vuole fare velocità sale in parabolica e si schianta al suolo come uno stuka!

Credito foto: cheskapoon_da_pixabay

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