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VIVIANI UN 9° POSTO CHE VALE ORO
di CicloZeman
Ci sono volte in cui un piazzamento, neanche di primo piano, vale quanto una vittoria. E’ il caso della prestazione di Elia Viviani alla Cadel Evans Great Ocean Road Race, prima classica in linea del World Tour. E’ vero, la gara australiana era una delle prove preferite dal velocista azzurro, vincitore lo scorso anno, ma Viviani c’è arrivato sull’onda della grave caduta occorsagli una settimana prima al Santos Tour. Una caduta che inizialmente aveva fatto presagire destini nefasti, in una stagione nella quale il velocista veronese si gioca moltissimo, puntando direttamente ai Giochi Olimpici di Tokyo per confermarsi re dell’omnium e, magari, aggiungere qualcos’altro sempre su pista. La botta al ginocchio era stata forte, si pensava che, anche nel caso non ci fossero state conseguenze gravi, la sua permanenza in Australia era conclusa e questo avrebbe rappresentato un danno in una fase delicata della stagione, nella quale mettere a punto tutti i meccanismi di gestione delle volate in una squadra nuova, la Cofidis, con compagni nuovi. Invece Viviani è risorto dalle sue ceneri prendendo parte alla gara: l’evoluzione della corsa non è andata come avrebbe voluto, ma nella volata del gruppo Viviani, nono al traguardo, è stato preceduto solo da Caleb Ewan, l’australiano della Lotto Soudal e dall’austriaco della Bahrain McLaren Marco Haller. Un bilancio comunque positivo, soprattutto considerando quel che poteva essere.

La vittoria è andata al belga Dries Devenyns (Deceuninck QuickStep) (nella foto della homepage) che a 37 anni, alla sua 13esima stagione nel World Tour, ha colto il successo più importante della carriera. Devenyns è stato bravo a seguire l’iniziativa del giovane russo Pavel Sivakov (Team Ineos) che dopo aver essersi dimostrato un ottimo interprete delle brevi corse a tappe comincia a farsi vedere anche nelle classiche d’un giorno. La fuga del 23enne russo era stata programmata dalla squadra, tanto è vero che dietro fondamentale è stato il lavoro di contenimento dell’olandese Dylan Van Baarle, postosi nel quartetto all’inseguimento dei due fuggitivi con il sudafricano Daryl Impey (Mitchelton Scott) sempre in grande spolvero nell’inizio di stagione australiano, il belga Jens Keukeleire (EF pro Cycling) e l’altro australiano Jay McCarty (Bora Hangrohe), rompendo i cambi e permettendo a Sivakov e Devenyns di giocarsi la vittoria allo sprint. Una volata che però non ha avuto storia, con il belga nettamente superiore, mentre Impey si aggiudicava il terzo posto a 4” dal vincitore. Viviani era stato bravo a tentare la riscossa, trovando collaborazione in altri 5 uomini, ma alla fine ha dovuto accontentarsi del nono posto a 25”, anticipando comunque il gruppo finito a 54”.

Le notizie positive in chiave italiana sono arrivate da Palma di Maiorca, dove al Trofeo Playa de Palma l’azzurro Matteo Moschetti ha subito iniziato la stagione col piede giusto, confermandosi uno dei maggiori prospetti nazionali soprattutto per le sue capacità di sprinter. Il velocista della Trek Segafredo si è preso il lusso di anticipare il tedesco Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe), uno dei migliori al mondo nelle volate di gruppo, mentre terzo è giunto un altro italiano, quell’Andrea Pasqualon (Circus Wanty Gobert) che si segnala sempre come uno dei più costanti del circuito internazionale, forse un po’ sottovalutato per non militare in una squadra del World Tour. Bene anche il giovane Stefano Oldani (Lotto Soudal), quinto.

Apertura della stagione anche in Francia con il classico GP la Marsellaise che ha premiato l’ex iridato U23 Benoit Cosnefroy (AG2R La Mondiale), bravo ad aggiudicarsi la volata a quattro precedendo il connazionale francese Valentin Madouas (Groupama FDJ), il belga Tom Devriendt (Circus Wanty Gobert) e lo spagnolo Jesus Herrada (Cofidis). 

Credito foto: cyclingnews.com

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