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DAGNONI, UN PRESIDENTE... OFFROAD
di Gabriele Gentili
Alla fine fra i due litiganti il terzo gode. Alla vigilia dell’Assemblea Elettiva di Roma pochi avrebbero scommesso su Cordiano Dagnoni (nella foto della homepage), 56enne imprenditore, ex presidente del Comitato Regionale della Lombardia, da sempre coinvolto nel ciclismo (il nome della sua famiglia viene immediatamente accostato alla disciplina degli stayer su pista, nella quale ha conquistato titoli a ripetizione guidando la moto davanti a gente come Marco Coledan e Davide Viganò conquistando titoli italiani ed europeo). Secondo nella prima votazione dietro l’olimpionico Silvio Martinello, ha ribaltato la situazione attirando su di sé i voti di chi aveva puntato sulla vicepresidente Daniela Isetti, continuazione della lunga presidenza di Renato Di Rocco ma molti sostengono che la sua elezione alla fine non dispiaccia al vecchio presidente, decisamente avverso al suo principale critico, proprio Martinello.

Che presidenza sarà quella di Dagnoni? Il fatto che nel Consiglio ben 7 su 11 siano lombardi fanno pensare a una squadra compatta ma anche poco interessata a una gestione realmente nazionale, ma il programma e le prime parole del neopresidente sono improntate a un discorso diverso: “Vogliamo lavorare su progetti concreti, poche cose ma fatte bene. Vogliamo dimostrare un impegno per realizzare un’Italia ciclistica unita, sburocratizzata, facendo crescere le regioni meno strutturate della Lombardia”.

Le idee ci sono e alcune sono interessanti, soprattutto dal punto di vista tecnico, come la creazione di un centro polivalente a Montichiari con foresteria e vari impianti insieme alla pista; un centro per l’alta velocità a Verona che rilanci la Bmx ma anche e soprattutto la velocità su pista (e a proposito di Bmx, il proposito è dare una spinta alla creazione di più impianti soprattutto al Centro-Sud, sia per spingere le famiglie a portare i propri bambini a pedalare in sicurezza, sia per dare impulso alla disciplina di base di ogni specialità su due ruote nella quale siamo paurosamente indietro). Dagnoni ha subito detto che vuole sostenere soprattutto il fuoristrada, che coinvolge oltre la metà dei tesserati.

A fine elezioni tutti volevano sapere quale sarà il destino di Davide Cassani, attuale Ct azzurro che sulle spalle porta la gestione di tutta l’attività e sta provando anche a ridisegnare la cultura ciclistica italiana all’insegna della multidisciplinarietà. Dagnoni ha chiarito che fino a Tokyo non si cambia nulla, poi nella squadra tecnica ci sarà qualche aggiustamento, ma la volontà è tenere coinvolto una risorsa come Cassani. A meno che non venga richiamato per incarichi più alti, vedi Sottosegretario allo Sport del governo Draghi…
Credito foto homepage: Federciclismo
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