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LE ASTRUSE NUOVE REGOLE DELL' UCI
di CicloZeman
Lascia davvero interdetti l’ultima mossa dell’Uci, che ha deciso di rimettere mano al regolamento tecnico. Ci si attendeva una presa di posizione relativa alle fasi più pericolose del ciclismo professionistico, quelle legate agli arrivi in volata con l’adozione di una nuova normativa sui transennamenti (la vicenda dolorosa del gravissimo incidente occorso a Fabio Jakobsen, ancora convalescente, all’ultimo Giro di Polonia lo avrebbe imposto, invece bisognerà – forse – attendere il 2022). No, ci si è preoccupati della posizione dei corridori in discesa…

Il massimo organo ciclistico ha deciso di proibire l’adozione della “posizione tuck”, ossia del protendere del busto verso la ruota anteriore, parallelo al tubo orizzontale. Una posizione che molti professionisti adottano, a cominciare da Chris Froome (nella foto della homepage), per cercare maggiore aerodinamicità nei tratti rettilinei, ma non solo, perché è stato proibito anche l’appoggio dei gomiti sul manubrio. Una decisione per molti versi controversa in quanto, statistiche alla mano, non ci sono prove della loro pericolosità: si è cercato di dare una giustificazione parlando di cattivo esempio per i giovani, ma questo ha mai portato ad esempio la federazione motociclistica a proibire impennate o pieghe in curva per i vari piloti di Moto GP?

L’opera di prevenzione dell’Uci ha portato anche all’adozione di altre regole: è proibito salire su marciapiedi o invadere le ciclabili nei passaggi del gruppo in città, come anche lanciare una borraccia vuota verso i tifosi, spesso in attesa del prezioso souvenir. Tutte regole che per certi versi possono anche avere un perché, ma che con la prevenzione degli incidenti hanno ben poco a che fare, quando invece non si agisce attraverso una seria campagna di informazione presso gli organizzatori concentrandosi sulla necessità di prevenire eventi come quello dell’ultimo Giro di Lombardia, con l’ingresso sul percorso di un’auto non autorizzata e il conseguente incidente che ha coinvolto l’austriaco Schachmann in lotta per la vittoria. I corridori hanno fatto sentire la propria voce in dissenso con le decisioni federali, minacciando anche uno sciopero: l’avvio di stagione si prospetta piuttosto caldo e in questa situazione di precarietà generale, con tanti eventi che saltano e molte squadre sull’orlo del fallimento, non se ne sentiva davvero il bisogno.
Credito foto homepage: cyclingnews.com
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