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ARRIVANO I NUOVI "MAGNIFICI 7"
di CicloZeman
Delle speranze e degli obiettivi dei vari Alaphilippe, Pogacar, Roglic, lo stesso Nibali e degli altri big del ciclismo professionistico sono piene le pagine di giornali e siti, un po’ meno di coloro che non sono una seconda schiera, ma uno stuolo di corridori che nel 2021 potrebbero definitivamente esplodere e raggiungere grandi traguardi, sfidando a viso aperto i campioni sopracitati. Corridori non di primissimo pelo, giovani ma già abbastanza smaliziati, pronti a compiere quell’ultimo passo verso la gloria.

Di Jay Hindley (Team DSM) (nella foto della homepage) ad esempio si sa ormai tutto, dopo il clamoroso ultimo Giro d’Italia perso solo nella cronometro finale per un pugno di secondi. L’australiano prima dell’esperienza rosa era quasi uno sconosciuto, ora il suo team confida su di lui per le corse a tappe: forse riuscire subito a ripetere l’esperienza non sarà facile, ma nelle sue corde è sicuramente la conquista di qualche appuntamento di livello nelle prove medio-brevi, raccogliendo magari l’eredità di un suo connazionale, quel Richie Porte che dopo aver coronato il sogno di salire sul podio del Tour si è messo a disposizione della Ineos come “regista in corsa” per i suoi capitani.

Proprio alla Ineos approda uno dei talenti più fulgidi degli ultimi anni, quel Thomas Pidcock che sta facendo faville nel ciclocross e che ha già detto quest’anno di voler puntare al podio olimpico, ma nella Mtb. E la strada? Il britannico avrà il suo battesimo del fuoco alla Vuelta di Spagna, non si sa con quali mansioni, ma anche se non punterà subito alla classifica generale c’è da aspettarsi qualche exploit nelle tappe più dure.

Sempre per le prove a tappe, ci si aspetta molto da Alexander Vlasov, il russo dell’Astana protagonista all’ultimo Lombardia e sfortunato al Giro, dov’è stato costretto al ritiro già all’inizio. Proprio su di lui il team kazako è intenzionato a puntare per la corsa rosa, liberando così Fuglsang per le classiche e la preparazione olimpica. Lo stesso dicasi per Giulio Ciccone (Trek Segafredo), per il quale sono già stati stabiliti i gradi di capitano per la Vuelta, ma l’abruzzese sarà anche al Giro per dar man forte a Nibali molto meglio dello scorso anno, quando il Covid ha bruscamente frenato la sua preparazione.

In casa italiana ci si attende molto anche da Andrea Bagioli (Deceuninck), chiamato a fare un ulteriore salto di qualità. Rispetto agli altri, il corridore lombardo ha confini maggiormente inesplorati, fra brevi corse a tappe e prove d’un giorno, sarà molto importante, facendo parte di un team composito e qualitativamente attrezzato come la Deceuninck, trovare e soprattutto sfruttare le occasioni che si porranno davanti nel corso della stagione.

A completare il quadro due atleti che vanno tenuti attentamente sott’occhio in ottica olimpica, essendo molto adatti al percorso che i corridori si troveranno da affrontare in Giappone: parliamo del francese Benoit Cosnefroy (AG2R La Mondiale), iridato da Under 23 e secondo lo scorso anno alla Freccia Vallone e del tedesco Leonard Kamna (Bora Hangrohe), già vincitore nel 2020 di una tappa al Tour. Oltretutto per quest’ultimo il terribile incidente collettivo occorso a 7 suoi compagni di squadra nel ritiro in Spagna potrebbe portarlo a un impegno e a responsabilità maggiori nella prima parte della stagione. Sette nomi da ricordare, per capire chi nel corso della stagione lascerà l’angusto ruolo di promessa.
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