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LA LONGO BORGHINI NON DELUDE MAI
di CicloZeman
Si ha un bel dire che è un’eterna piazzata, che non ha la zampata vincente, ma Elisa Longo Borghini, la nuova Elisa Longo Borghini emersa lo scorso anno è davvero encomiabile. Nella prova di apertura del World Tour, la Strade Bianche, la campionessa italiana è stata abilissima a estrarre dal cilindro un secondo posto che, per come si era messa la corsa, era davvero difficile da pronosticare. Una corsa che come sempre è stata una lenta, continua selezione che alla fine ha lasciato solo la crema del movimento, il problema era che proprio al suo interno c’erano ben quattro atlete della SD Worx: prima ci ha provato la campionessa mondiale Anne Van Der Breggen, reduce dalla vittoria nell’Omloop Het Neiuwsblad, prima grande classica stagionale, ma su di lei si era riportata l’altra olandese Marianne Vos (Team Jumbo Visma) e più che il ritorno delle avversarie è stato il timore della velocità della connazionale a consigliare l’iridata a desistere. Ai -6 ci ha provato un’altra arancione, Chantal Blaak-Van Den Broek e su di lei è stata lesta la Longo Borghini (Trek Segafredo) ad agganciarsi, accollandosi poi tutto il peso della fuga.

Chiaramente toccava all’azzurra tutto il peso dell’azione, ma non poteva fare altrimenti, non avendo compagne nel gruppetto inseguitore, mentre la Blaak (nella foto della homepage) poteva correre di rimessa contando sulla sua capitana Van Der Breggen e altre due frecce all’arco del team. La Longo Borghini ha tirato a tutta, sulla salita che portava al traguardo ne aveva però meno della Blaak che infatti quando ha allungato è andata a vincere in solitudine. La Longo Borghini è stata però bravissima a tenere il ritorno delle due big del movimento, Van Der Breggen e Van Vleuten, cogliendo un secondo posto che, nell’anno olimpico, ha un sapore speciale, perché conferma una volta di più come sia lei l’unica vera alternativa alle arancioni.

La classica toscana, al di là della prova della tricolore, ha dato risposte molto positive al ciclismo azzurro, che aveva chiuso il 2020 con qualche perplessità. Splendida la prestazione di Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine), andata addirittura a cercare in solitudine l’aggancio alle due battistrada, pagando poi sull’era finale obiettivamente troppo dura per le sue caratteristiche. Bravissima anche l’ex iridata junior Elena Pirrone (Valcar Travel & Service) autrice del primo attacco di giornata. Dalle nuove generazioni si vedono finalmente atti di coraggio, che lasciano intravedere squarci di futuro azzurro.

Precedentemente alla Strade Bianche c’era stato un anticipo della prossima campagna del Nord. Come detto la vecchia Het Volk è andata alla Van der Breggen, autrice di un assolo finale a dimostrazione della sua superiorità di base, ma avere tre azzurre nella Top 10 era già un bel segnale, con la Bastianelli sesta, la Cavalli (ancora lei) nona e la Longo Borghini decima solo perché aveva perso di un nulla l’aggancio al gruppo di testa. Nella Le Samyn risolta con una volata a ranghi compatti clamoroso errore della danese Emma Cecilie Jorgensen (Movistar) che dopo essersi fatta pilotare dall’azzurra Barbara Guarischi ha lanciato lo sprint tropo resto, facendosi rimontare dalla campionessa belga Lotte Kopecky (Liv Racing). Qui ottimo 7° posto per la giovane Laura Tomasi (Alé BTC Ljubljana).
Crediti foto: Lazzeroni
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7