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LE STRADE BIANCHE E' PANE PER GLI STRANIERI
di CicloZeman
Anche se non fa parte delle cosiddette “classiche Monumento”, la Strade Bianche può essere considerata il primo vero grande appuntamento della stagione delle corse di un giorno. Lo spettacolo che la prova toscana ha saputo regalare è stato eccezionale, con tutti i grandi a confronto, la nota stonata è stata che nessun italiano era nel vivo della corsa già a 60 km dal traguardo, una nota contraria a quello che era stato il principio della stagione, ricco di successi e di segnali in chiave azzurra, ma unendo il lavoro da gregario già previsto alla vigilia per Ballerini alla sfortuna che ha colpito Bettiol all’inizio dei fuochi d’artificio, ecco che non ci si poteva attendere molto altro.

I big si sono sfidati a viso aperto e alla fine ne è uscito fuori un vincitore chiaro e netto: l’olandese Mathieu Van Der Poel (nella foto della homepage), che con i suoi attacchi ha sfaldato il gruppetto di testa dando alla fine la botta finale sullo strappo conclusivo per accedere in Piazza del Campo a Siena, infliggendo una dura lezione al campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck) che pregustava il bis della vittoria del 2019. Il francese, al terzo podio consecutivo, si conferma il più grande specialista attuale delle classiche, ma la lezione ricevuta dall’arancione della Alpecin Fenix è di quelle ferite che ci mettono tempo a rimarginarsi. Terzo posto per un sensazionale Egan Bernal (Ineos Grenadiers), mai così brillante in una classica e che fa gongolare i suoi dirigenti in vista del Giro d’Italia, ma anche il re dell’ultimo Tour Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha chiuso con un voto alto in pagella e un 7° posto finale che vale molto, facendone ad esempio un ottimo candidato per la prossima Liegi-Bastogne-Liegi. Una considerazione finale a proposito della Strade Bianche: i primi 5 sono tutti ciclisti provenienti dal fuoristrada (Van Der Poel, Alaphilippe, Bernal, Van Aert, Pidcock), è chiaro che, se il ciclismo italiano vuol tornare ai livelli della sua tradizione, deve investire su questa strada.

Per il resto non si può certo dire sia stata una settimana fortunata per il ciclismo italiano: il Trofeo Laigueglia ha visto emergere in solitudine l’olandese della Trek Segafredo Bauke Mollema, con Giulio Ciccone, campione uscente, perfetto stopper dei suoi inseguitori; a Le Samyn, classica belga, Van Der Poel ha fatto le prove generali di quanto visto a Siena, ma poi ha corso in funzione del suo compagno di colori Tim Merlier (anche lui a mezzo servizio con il ciclocross…), il GP Industria e Artigianato ha premiato per la sua prima vittoria il belga Vansevenant (Deceuninck). A consolazione per i nostri colori le due vittorie in terra croata di Jakub Mareczko (Vini Zabù/Umag Trophy) e Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Fanzané/Porec Trophy). Ora spazio a Parigi-Nizza (con Bennet che ha vinto in volata la 1a tappa), e Tirreno-Adriatico, come lunghi prologhi alla Classicissima del 20 marzo.
Crediti foto: la Presse
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