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EDITORIALE
di Paolo Dossena
Quello che è capitato alla Gimondi della scorsa domenica, (cioè squalificare il vincitore assoluto Gallo), dimostra chi ha il coraggio e la personalità per far rispettare il proprio regolamento e chi invece, (la maggior parte dei CO), avrebbe fatto finta di nulla. Così come avviene solo alla Maratona dles Dolomites o alla Nove Colli o proprio alla Gimondi, chi non rispetta il regolamento viene escluso in diretta. Ora qualcuno obietterà che un corridore che potenzialmente può vincere a Bergamo non dovrebbe partire con un numero superiore al 2.000 ma questa è un’altra faccenda. Occorre che il migliore (così come quelli che pensano di esserlo), si guadagnino il diritto a partire nelle posizioni migliori e non trovare scorciatoie (scavalchi o numeri prestati) per partire davanti. Capisco Gallo, ma non lo assolvo, ma in giro c’è troppa gente ciclisticamente normale che pensa di essere forte e di avere dei diritti “divini” per partire davanti. In tutto questo, a nostro parere, la parte peggiore è però rappresentata da quei giudici che, non controllano, non monitorizzano e non squalificano in modo preventivo quando ci sono cicloamatori che scavalcano le griglie. Dunque continuo a chiedermelo da 20 anni, a cosa servono?              
Credito foto: Archivio Sport Service