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DOPO IL VIGORELLI IL COLLE DEL NIVOLET
Il turismo ciclistico rappresenta un segmento di mercato in crescita in molte nazioni del mondo. Il sogno cicloturistico di moltissimi appassionati è l’Italia, che purtroppo presenta ancora poche grandi eccellenze rispetto al bello diffuso del suo territorio. Il Colle del Nivolet è un passo alpino non conosciutissimo, in un ambiente splendido: il Parco Naturale del Gran Paradiso. L’ultimo tratto di strada per raggiungere la vetta, nei giorni festivi di Luglio e Agosto è chiuso al traffico veicolare privato. Per preservare la naturale e selvaggia bellezza del luogo. Potrebbe essere una meta ambita da m) olti ciclisti sportivi. Con bici da strada la salita si affronta da Courgnè, quota 400mslm circa, oppure da Locana, quota 600m circa, o ancora da Noasca, quota 1050. Tutti ottimi punti di partenza, (non è nemmeno da escludere la partenza da Torino o da Biella per i più allenati), se non fosse che tra Noasca e Cersesole, la nuova provinciale si presenta con una bella e moderna galleria di 3.500m (aperta nel 1999) con pendenza non proprio trascurabile. Non bella, ne piacevole e sicura, per chi sale in bicicletta. Il 23 luglio Turbolento organizza un cicloraduno, pedalando da Ceresole fino ai 2.612m di quota della vetta, per sensibilizzare la pubblica amministrazione locale al recupero di questi 3km di strada, alternativi alla galleria, ad uso ciclistico. Il recupero di questo piccolo tratto di strada agevolerebbe, incentivandolo, il turismo ciclistico. Quel nuovo turismo, in costante e forte crescita, fatto di ciclo-turisti sportivi, che non si accontentano degli ultimi 18km verso la vetta. Ciclisti che, macinando chilometri, cercano percorsi sicuri, non necessariamente protetti come le piste ciclabili, ma che consentano di evitare brutte sorprese come lunghe, rumorose e pericolose gallerie. Non solo quella del Nivolet, naturalmente.
Sul sito Le Strade Zitte, da parecchio tempo vengono proposti percorsi su strade secondarie. Zitte sono le piccole strade di campagna e di montagna che rispondono col silenzio al traffico “arrogante e fracassone” dei motori. Un silenzio che per i ciclisti è musica. Silenziose, tranquille, quasi segrete. Diritte o contorte. Sempre un po’ sperdute e così deserte, da far venire il dubbio di essere finiti “fuori strada”. Di Strade Zitte è piena l’Italia, basta scoprirle, metterle in fila con fantasia e cognizione, montare in bici e farsi portare da Milano a Roma, o anche più lontano, evitando il frastuono delle strade statali, provinciali e affini.
Crediti foto: turbolento.net