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IL GIRO E' PRONTO A "ESPLODERE"
di cicloZeman
Forse può più una cronometro che la salita. Il Giro d’Italia è uscito rivoluzionato dal suo approdo appenninico, ma l'attuale classifica è stata dettata soprattutto dalla cronometro individuale di Foligno che ha proiettato in rosa Tom Dumoulin, olandese che ha un feeling speciale con il Giro, come aveva dimostrato già lo scorso anno. Una maglia rosa la sua, che appare solida, soprattutto grazie a un vantaggio sul gruppetto dei favoriti (Quintana, Pinot, Nibali ma mettiamoci dentro anche il suo connazionale Mollema) che supera abbondantemente i due minuti. Una situazione che impone ai suoi sfidanti iniziative diversificate ma continue per sfiancarlo, perché ricucire il distacco non sarà semplice neanche per un maestro delle salite come Quintana.
 
Più che il vantaggio è la condizione fisica che fa pendere la bilancia su Dumoulin, che scalatore non è ma che sul Blockhaus si è difeso più che bene proprio insieme a Mollema, confermando quella sensazione di rinascita del movimento olandese delle corse a tappe che vede ora due tulipani sul podio virtuale e un terzo, Steven Kruijswijk, il più accreditato alla vigilia, decimo a 5’19” ma pronto a raccogliere vittime sulle Alpi. Ma come stanno gli altri? Quintana sul Blockhaus ha dato spettacolo confermandosi lo scalatore principe del ciclismo contemporaneo, ma a cronometro ha perso davvero troppo anche quando la strada si rizzava sotto le ruote e non appare ancora al 100%, sicuramente se pensava di vincere il Giro lavorando anche in funzione del Tour de France, i suoi piani sono stati stravolti. Nibali non sembra ancora al meglio, ma è lì, in una situazione forse anche migliore di quella dello scorso anno, soprattutto fisicamente, se riuscirà a migliorare ancora col passare dei km e soprattutto trovando adeguato supporto dalla squadra, che appare quantomeno all’altezza della Movistar, potrebbe inventarsi un’altra impresa come nel 2016. Attenzione a Pinot, il francese che sembra il più completo e che potrebbe anche far saltare il banco sfruttando le inimicizie fra gli altri big.
 
Quel che è certo è che si profila una seconda parte di Giro d’Italia da fuochi d’artificio, speriamo ricca di attacchi e cambi di scenari proprio come piace a noi. Per rivoluzionare la classifica servono gambe, inventiva, attacchi da lontano magari in tappe apparentemente meno selettive. Limitarsi a scatti sulle rampe delle salite dell'ultima settimana non ci pare la tattica giusta per attaccare Dumoulin, che dalla sua avrà anche la cronometro finale, un dato che deve far riflettere sulle reali possibilità di vittoria finale dell'olandese. Intanto quel che langue è la casella di vittorie italiane di tappa, ancora vuota ad oggi dopo 10 tappe, il che la dice lunga sul generale stato di salute del ciclismo italiano che, senza lo Squalo dello Stretto, sarebbe solo malinconica comparsa nella corsa rosa.