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È TEMPO DI CORRERE SUI PRATI
di Gabriele Gentili
Il ciclocross è ormai padrone delle domeniche offroad, anche se qualche Granfondo è ancora in programma e anche a livello internazionale si susseguono gli appuntamenti, soprattutto in località esotiche. La stagione sui prati è già entrata nel vivo, con i principali protagonisti già in lotta per le varie challenge, in attesa che anche qualche esponente della Mtb si metta in gioco.
 
Finora la stagione è stata nitidamente nel segno di Mathieu Van Der Poel (nella foto della homepage): protagonista assoluto nella primavera della Mtb tanto da lottare in qualche caso con il grande Schurter, l’olandese era atteso a un grande Mondiale, ma d’estate ha saggiamente staccato la spina per preparare la stagione della sua disciplina di base, iniziando a spron battuto con le vittorie nelle due tappe americane di Coppa del Mondo e con i successi nelle prime due prove del Superprestige a Gieten. Sono proprio queste ultime due a dare lo specchio della situazione perché a differenza di quanto avvenuto a settembre oltre Atlantico, era in gara anche il campione del mondo Wout Van Aert, incapace però di reggere l’urto del tulipano. La stagione è lunga e avrà il suo clou a fine gennaio, il belga ha scelto un approccio più soft, quindi c’è da credere che le gerarchie potranno anche cambiare, ma intanto per la scuola belga che fino a pochissime stagioni fa dominava incontrastata trasformando ogni gara internazionale in una sorta di campionato interno, l’inizio di stagione è stata largamente deludente, visto che anche nella tappa di apertura dell’altro circuito di riferimento, il DDV con classifiche a tempi invece che a punti, la vittoria è andata all’olandese Van der Saar.
 
Se in campo maschile c’è stato finora un dominatore assoluto, fra le donne regna l’incertezza: cinque gare internazionali e quattro vincitrici diverse, con la sola olandese Kaptheijns capace di una doppietta. Questo contribuisce allo spettacolo con l’iridata belga Sanne Cant ancora alla ricerca della miglior condizione a dispetto del successo in Coppa a Waterloo (USA). Rispetto all’ambito maschile, c’è maggiore concorrenza, con britanniche, americane, atlete dell’Est Europa in primo piano, non solo belghe e olandesi. E anche l’Italia fa capolino, più con la specialista Arzuffi (sotto nella foto), quinta a Gieten che con la Lechner ancora lontana dai livelli ai quali ci aveva abituati.
Gli eventi principali sono d’altronde ancora lontani: domenica prossima intanto ci sarà la prima prova europea della Coppa del Mondo a Koksijde in Belgio che darà un quadro più chiaro delle forze in campo costituendo anche il primo vero banco di prova per gli italiani. Il 5 novembre a Tabor (CZE) sarà il giorno degli Europei, dove gli azzurri vantano una buona tradizione che cercheranno di rinverdire, il primo weekend di febbraio sarà la volta dei Mondiali sulla collina di Valkenburg in Olanda, teatro di tante imprese epiche nel ciclismo su strada, dove la sfida fra Olanda e Belgio vivrà il suo apice.
 
Ha chiaramente preso il via anche la stagione italiana, che dopo una pausa ripresenta (finalmente) il Giro d’Italia, che dopo la tappa di Numana d’inizio ottobre tornerà il 29 a Ferentino (FR), il 13/11 a Grumo Nevano (NA), il 3/12 a Silvelle di Trebaseleghe (PD), il 10/12 a Sassuolo (MO), il 23/12 a Barletta (BA) con il primo weekend del nuovo anno destinato ai Tricolori allestiti a Roma. La prima tappa di Numana (AN) ha visto l’assenza dei big azzurri dando così spazio ai giovani, con la vittoria di Stefano Sala (Selle Italia Guerciotti) mentre fra le donne c’è stata la doppietta della Trentino Cross Giant Smp con Sara Casasola e Alessia Bulleri. A Cles (TN) domenica scorsa si è invece aperto il Master Cross vissuto sulla sfida fra due diverse generazioni, con Martino Fruet (Team Lapierre) e Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti) a confronto fino alla volata finale vinta da quest’ultimo mentre fra le donne è emersa Eva Lechner sulla Casasola, un primo segnale incoraggiante per l’altoatesina.
Credito foto: https://www.facebook.com/AliceMArzuffi/
Credito foto homepage: https://www.facebook.com/mathieu.vanderpoel/