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LE DUE FACCE DI UN SUPEREROE
di Stefano Conca
Il fatto che il ciclismo sia uno tra gli sport dai più elevati benefici psicofisici, è fuori discussione. Che poi questo possa "allenare" chi lo pratica alla sopportazione del dolore e della sofferenza nella vita di tutti i giorni, è stranamente opinabile. Ci hanno abituati a vedere il ciclista come un superuomo, un essere mitologico, capace di gesta eroiche anche nell'area privata. Tuttavia non sempre le cose sono come sembrano.
 
Conosco persone che fanno realmente fatica a salire le scale di casa, ma che scalano il Mortirolo con una determinazione e forza inaudita. Ho visto uomini rimanere a casa dal lavoro per un banale mal di testa, e poi fare ore di sella con una costola rotta. C’è gente che ucciderebbe per un parcheggio all'ombra in un pomeriggio d'estate, ma che sa pedalare senza sosta sotto il sole assassino dell'anticiclone africano. Il principe De Curtis, fuori dal set era un uomo serio, schivo, eccentrico, quasi paranoico. Con l'ossessione per il riconoscimento del titolo nobiliare e che in tempo di guerra si rifugiava nel suo loculo del cimitero Al Verano di Roma, pur essendo superstizioso fino alla morte. Poi davanti alla cinepresa diventava Totò, il "principe della risata", genio incontrastato dalla comicità incontenibile e dalle mille maschere. Fabrizio De Andrè nella vita privata era un orso, non appariva mai in pubblico, rimaneva in disparte, lontano da tutto e da tutti. Timido, quasi goffo, quando parlava, la sua voce inciampava e non aveva una dialettica fluente. Ma nelle sue canzoni, la voce raggiungeva la perfezione, per tono, forza e personalità. Era un poeta sofisticato, più profondo del fondo di un pozzo, ossessionato dal senso e l'ordine delle parole.
 
Spesso, giù dalla bici, siamo tutte persone comuni, con le debolezze, i vizi e le contraddizioni di sempre. L’atto di salire sulla specialissima, agganciare gli scarpini ai pedali e partire, ha qualcosa di incomprensibile, misterioso. Forse sarebbe più corretto definire il cicloamatore come un "supereroe" che normalmente porta gli occhiali e fatica come i comuni mortali, poi, quando indossa la tutina rossa col mantello, si trasforma in una creatura magica, dai super-poteri infiniti, capace di cose fino a quel momento impensabili.
Credito foto :
<a href='https://it 123rf.com/profile_alexpokusay'>alexpokusay /123RF Banqued'images</a>