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FACCIAMO IL PUNTO SULL'XC AZZURRO

di Gabriele Gentili
Con il Mondiale di Cairns ormai alle spalle, si può fare un primo bilancio della stagione post olimpica del nostro cross country. Un anno che si sapeva già alla vigilia essere piuttosto complicato, anche per il cambio alla guida azzurra con Mirko Celestino, più avvezzo per carriera propria, alle Marathon a raccogliere il testimone da Hubert Pallhuber, pilota per molti anni e con radici fortemente legate alla disciplina olimpica. Alla fine è venuta fuori una stagione ricca di gioie e dolori, ma che ha confermato il valore della nostra scuola, che ha di fronte un roseo futuro se si saprà lavorare nel giusto modo soprattutto per far maturare i più giovani. Quelle che seguono non vogliono essere pagelle con i voti, ma semplici analisi di un anno importante nel cammino che deve portare a Tokyo 2020. La prossima settimana la stessa analisi per il settore femminile.
 
GERHARD KERSCHBAUMER: Non possiamo non iniziare dal campione italiano, il cui recupero ai massimi livelli è la nota più lieta dell’anno. La terza piazza di Mont St.Anne lo restituisce ai suoi livelli giovanili, ma dev’essere un punto di partenza per un grande 2018.
 
LUCA BRAIDOT: Un inizio molto difficile con un infortunio che gli ha precluso l’inizio di stagione e che ha influito sul prosieguo, per questo i suoi risultati, con ai vertici il podio sfiorato agli Europei, sono da prendere positivamente. Davanti, lui c’è sempre.
 
MARCO AURELIO FONTANA: Seconda stagione con un bilancio negativo per il Prorider, è il momento di analizzare che cosa cambiare. Nelle gare extra Coppa i risultati arrivano, ma quando davvero conta non riesce a tornare ai suoi livelli. L’impressione è che basterebbe un gran risultato per invertire la rotta.
 
DANIELE BRAIDOT: Ha avuto un decorso stagionale più lineare del fratello, ma sono mancati i picchi di rendimento. Nel suo caso una scelta interessante potrebbe essere cambiare qualcosa nell’approccio stagionale, magari passando per una grande esperienza a tappe come la Cape Epic.
 
ANDREA TIBERI: Lo scorso anno c’era stato il grave problema fisico a inizio stagione, nel 2017 però non c’è stato il tanto atteso ritorno ai suoi vertici, Tiberio è rimasto sempre lontano dai risultati ai quali ci aveva ultimamente abituato. Il 2018 sarà nel suo caso un anno molto importante.
 
NADIR COLLEDANI: E’ l’uomo copertina del 2018, perché non si vincono a caso due prove di Coppa del Mondo, seppur di categoria, e si finisce secondi solo per il problema meccanico sofferto nella prima tappa. Il salto di qualità è compiuto, ora va corroborato con grandi risultati anche contro gli Elite.
 
GIOELE BERTOLINI: vale un po’ lo stesso discorso di Colledani, lui chiude l’anno con la grande gioia del titolo europeo che lo ripaga di tante amarezze passate, anche nel ciclocross. La sua stagione non finisce, sui prati può ancora togliersi grandi soddisfazioni.
 
JURI ZANOTTI: Il quarto posto mondiale per soli 4” non è una battuta d’arresto, ma un grande risultato che premia lui e tutta la categoria, ridestatasi dopo un 2016 molto deficitario. Con lui e Xillo le prospettive sono ottime, e dietro ci sono altri giovani molto validi.
Credito foto: ufficio_stampa_federciclismo
Credito foto homepage: @mondini_photo