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OGGI COME ALLORA
di Stefano Conca
Chi non ricorda la prima bicicletta? Chi non ne rammenta il colore e addirittura l’odore? Alcuni di noi hanno iniziato a pedalare ancor prima di camminare. Ovunque e comunque sia andata, quello è stato uno dei giorni più belli della nostra giovane vita. Il momento in cui abbiamo staccato i piedi da terra ed imparato a volare. La bici diventava l'aereo, il missile, l'astronave. Poi cambiava sembianze e si immergeva negli abissi degli oceani come un silenzioso sommergibile. Un giorno era un bolide diabolico, l'altro il trattore che trainava l'aratro nei campi. Simbolo di innocente libertà da sempre, ci ha accompagnato in ogni fase della vita. Ed é meraviglioso pensarla come una canzone, accostata ad ogni momento della nostra esistenza. Da ragazzini scivolavamo tra la gente, su e giù dai marciapiedi; nei vicoli stretti, sui sentieri bagnati e le strade polverose. Con una cartolina infilata nei raggi facevamo il rumore della motocicletta per intere giornate. Una dinamo e un campanello a molla erano gli occhi e le orecchie. Cresciuti a croste sulle ginocchia e vento nei capelli siamo diventati grandi. Oggi il ferro ha lasciato il posto al carbonio, e un fanalone gigante a un minuscolo led. Portiamo caschi spaziali e tutine attillate, sofisticati sensori al posto della molletta, ma la testa è ancora la stessa e il significato non cambia mai. Dove voi vedete la mobilità sostenibile, noi ancora marciapiedi da saltare. Dove voi vedete mezzi di trasporto fastidiosi, lenti che intralciano la viabilità, noi vento sulla faccia e profumo di erba appena tagliata. Dove voi vedete incomprensibile fanatismo, noi voglia di giocare a chi arriva primo. In un giorno ormai lontano, nello spazio in cui passavano solo bici, oggi ci hanno messo pedoni, auto, corriere e taxi. Rotonde, contro rotonde da far venire il volta stomaco, ponti, sopraelevate, snodi micidiali, superstrade, dissuasori, attraversamenti pedonali che si vedono da un'altra galassia. Telecamere, sensori, avvisatori acustici. Carreggiate con tutto lo spettro dei colori. Strisce tratteggiate, continue, curve, ellittiche. Tutto è schematizzato, pensato, incastrato in regole, decreti e leggi. Ed anche se non è mai abbastanza, forse è addirittura troppo. Il mondo corre, e non può più aspettare. I motori sempre più potenti occupano tutto lo spazio e ti prendono la mente. Forse noi saremo anche un po' incoscienti, ma in fondo vogliamo solo staccare i piedi da terra e continuare a volare.
Credito foto: gorizionario.files.wordpress.com