Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
IL CICLOTOSSICO
di Stefano Conca
Smettere di andare in bici è più difficile che smettere di fumare. La dipendenza dalla specialissima è più potente della "droga pesante", solo che è legalizzata e apparentemente fa bene. Gira una frase sui social network che dice: insegna la passione per il ciclismo a tuo figlio e non avrà i soldi per drogarsi. Questo è poco ma certo! Un cicloamatore medio, tra bici, accessori e componenti, spende quanto un cocainomane. Ho visto persone rovinarsi letteralmente per inseguire l'ultima versione del modello top di gamma del brand più sexy del momento. Altri vendersi anche il divano di casa per una coppia di ruote a profilo alto full carbon. Si comincia quasi sempre con uno Shimano 105 a 9 velocità predicando che tanto contano le gambe, e si finisce col Durace Di2 9170 con misuratore di potenza integrato nella guarnitura. Il cicloamatore nega l'evidenza, ed esattamente come un alcolizzato all'ultimo stadio, mente sapendo di mentire! Per la moglie, qualsiasi cosa acquistata in segreto (ovvero tutto) è ovviamente dell'amico; e nello sfortunato caso in cui non si possa utilizzare nessun conoscente o parente come scusa, allora la cifra spesa è SEMPRE inferiore ai 100€ oppure frutto di uno scambio a proprio favore.
L'allenamento poi è una spirale che ti tira sempre più dentro. Si parte con una sgambatella ogni tanto giusto per prendere un po' d'aria, per poi ritrovarsi a saltare la pausa pranzo per pedalare. Ci sono ciclotossici che sacrificano ferie e ore di permesso per potersi allenare. Altri che si danno malati rischiando il controllo del datore di lavoro. Si inventano scuse, una dopo l'altra. La bici diventa un’ossessione, si passa più tempo su Strava che con la famiglia, oramai si è oltrepassato ogni limite, finché una mattina come le altre anche il corpo dice BASTA!! E' il tracollo, cominciano i dolori, le prostatiti, le infiammazioni del plesso pudendo, del rachide cervicale e chi più ne ha più ne metta. Ed e' li che sorge il dubbio di aver esagerato, e di essere costretti a ridurre, addirittura a prendersi una pausa di riflessione. Ed è esattamente come chi tenta di smettere di fumare, il ciclotossico si convince che riducendo l'attività sia possibile risolvere il problema. Così iniziano periodi di grandi privazioni, di uscite "brevi" e "leggere". E proprio quando tutto sembra sotto controllo, incrocia il gruppone della domenica e prima che possa provare a fare qualsiasi tipo di valutazione, è già col 53/11 a menare in testa al gruppo. Così non rimane che il sistema drastico perché purtroppo non esistono le "sigarette elettroniche". Mette in vendita la bici, il ciclocomputer e le scarpe e spera che nessuno le compri. Conosco pochissime persone che hanno vinto e sono riuscite a mantenere: l'equilibrio, la salute e la famiglia. La maggior parte continua a tentare di smettere per poi ricaderci dentro peggio di prima! Come in tutte le cose, servirebbe buon senso, misura e tanta pazienza, peccato che queste siano tutte virtù pressoché sconosciute alle sinapsi del ciclotossico cronico.
Credito foto : <a href='https://it 123rf.com/profile_dennisjacobsen>dennisjacobsen/123RF Archivio Fotografico</a>
Credito foto homepage : <a href='https://it 123rf.com/profile_starman963>starman963/123RF Archivio Fotografico</a>